La Rivista
2020
N° 1 - 2 Gennaio - Giugno 2020
Significato e importanza di un Premio
06/Dicembre/2019
Cultura

Il Premio Roma allo sviluppo del Paese, tenutosi il 5 dicembre presso la Sala della Protomoteca in Campidoglio, ha celebrato il suo primo lustro di vita regalando al pubblico presente l'incontro con le illustri personalità insignite in questa edizione: da Piero Angela a Sonia Bonfiglioli, da Ilvo Diamanti a  Emmanuele F.M. Emanuele, di cui hanno rispettivamente tessuto le laudatio Salvatore Rossi, Gaetano Micciché, Marcello Messori, Giuliano Amato.

Basterebbe la riunione di questi nomi per assicurare al Premio una valenza che, nell'asfittico panorama culturale romano di oggi, rappresenta un unicum, impreziosito non solo dalla forma, ma anche dalla sostanza delle considerazioni espresse dai protagonisti della manifestazione.

Al coro delle autorevoli voci su citate si sono uniti, insieme ai laudatores, gli altri  nomi che compongono  Giuria e Comitato dei Garanti (Ercole P Pellicanò, ideatore del Premio, Fabio Carniol, Innocenzo Cipolletta, Franco Gallo, Massimo Egidi, Giorgio di Giorgio, Patrizia Grieco, Enzo Moavero Milanesi, Beniamino Quintieri) 

Al centro delle orazioni lo stato di Roma, del Paese e di una società che si muove  con difficoltà verso un futuro in cui gli intervenuti hanno esortato ad andare incontro con coraggio, passione, interesse per la conoscenza e l'approfondimento, sfuggendo alle logiche approssimative e semplicistiche, imperanti nell'epoca della rete e della disintermediazione.

Un inno al riscatto della competenza ribadito dalla qualificata voce del divulgatore scientifico Piero Angela e dal sociologo Ilvo Diamanti; uno sprone al coraggio rimarcato con una ars retorica impeccabile, quello arrivato dal Presidente della Fondazione Terzo Pilastro  Internazionale, Emmanuele F.M. Emanuele; la testimonianza di una sana e lungimirante impresa lanciata nel futuro da parte del Cav. Lav. Sonia Bonfiglioli.

Laudatores e laudati hanno rivendicato un tempo in cui Roma ed il Paese primeggiavano  grazie all'etica del lavoro, il coraggio, l'orgoglio per la propria storia e l'apertura verso le culture del mondo, valori di cui i premiati sono esempio vivente, in un sistema che, oggi, registra preoccupanti involuzioni nel corpo della politica, nel mondo della comunicazione, all'interno della società civile.

Gli studenti del Collegio Universitario "Lamaro Pozzani" dei Cavalieri del Lavoro e gli allievi del Convitto Nazionale "Vittorio Emanuele II"  presenti nella Sala, hanno avuto modo di ascoltare la testimonianza di chi, spinto dalla passione, ha superato se stesso diventando un faro quanto più utile e necessario oggi, nel mare magnum della globalizzazione in cui naviga una società confusa e preoccupata.

Con l'esortazione finale, il Cav. Lav. Ercole P. Pellicanò, editore della Rivista Tempo Finanziario (www.tempofinanziario.it) promotrice della manifestazione, ha voluto ribadire come attraverso il Premio si  voglia dare il segnale per tornare ad agire affinché Roma, da città, "esausta, trasognata ed eccessiva" com'era vista da Fellini, "stupenda e misera", citando Pasolini, ritorni  a splendere  da centro del cristianesimo, della cultura e della civiltà, insieme al  Paese.