La Rivista
2020
N° 1 - 2 Gennaio - Giugno 2020
Rotolando verso Sud
09/Settembre/2019
Archivio News

di Lorenzo Guidantoni

Il nuovo Ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, già vice direttore della Svimez (l'Associazione per lo sviluppo nel Mezzogiorno) cercherà di assolvere ad un arduo compito: frenare la discesa di una economia in rotta  totale dai tempi della grande crisi del 2007, l'economia del Mezzogiorno.

Se alcune regioni come l'Abruzzo, la Puglia ed in parte la Campania, riescono faticosamente a restare in linea con i numeri dell'economia nazionale - che di certo non corre -  altre realtà sembrano andare verso un pericoloso disarmo, industriale e sociale.

La Calabria ha il reddito pro capite più basso d'Italia (12.700 euro), addirittura inferiore a quello medio registrato in Romania (12.798 euro), contro una media UE di 22.487 euro. La Basilicata vive uno degli spopolamenti più corposi registrati nel Mezzogiorno, soprattutto nelle zone rurali ed interne.

La Sicilia ha intrapreso un pericoloso percorso di de – industrializzazione, arrivando a comporre solo l'8% del PIL tramite la propria manifattura. 

Al posto degli insediamenti industriali, in Sicilia sorgono poli di servizi, centri commerciali, hub della logistica, impoverendo una regione difficile, in cui si tenta di creare economia e lavoro senza la solida base di una industria organica.

Il nuovo esecutivo ha promesso "un rilancio di investimenti straordinario per il Sud", prospettando anche la nascita di una Banca che sostenga le imprese (con denari pubblici, ovviamente).

Al di là del necessario sostegno economico alle imprese, la fragilità del Sud più evidente riguarda un sistema infrastrutturale arretrato, sia materiale che digitale, il quale impedisce, in molti casi, il necessario, rapido collegamento con il resto del mondo, oltre che l'abbattimento dei costi nel movimento delle merci.

Vecchie ricette per problemi antichi? A leggere certi slogan sembrerebbe di sì. 

Ma se il Governo è appena nato e il giovane Ministro conosce la materia, la fiducia, soprattutto in questi primi mesi, non deve mancare.

Concedere credito al nuovo esecutivo è un atto di fede oltre che un dovere sociale,  seppur il rischio di promettere al Sud soltanto una nuova illusione è una possibilità troppo spesso confermata dai fatti.