La Rivista
2020
N° 1 - 2 Gennaio - Giugno 2020
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25/Novembre/2021
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53° Giornata del Credito 4 nov. 2021

Intervento Dott. Gaetano Miccichè Chairman
IMI Corporate & Investment Banking Division Intesa Sanpaolo

Quando partecipo a questo convegno, rileggo ciò che ho detto nelle precedenti edizioni e ho individuato un leitmotiv costante dettato dalla preoccupazione per le problematiche del Paese e, soprattutto, per un PIL che, negli ultimi anni è rimasto molto insoddisfacente, in particolare, nel confronto con i PIL dei principali Paesi europei concorrenti, come Germania, Francia, Gran Bretagna e Spagna che, dal 2000 al 2019, cresciuti cinque volte l'Italia, a cui si aggiungevano anche altri temi: debito pubblico, la mancanza d'investimenti pubblici, la disoccupazione giovanile, la non adeguata dimensione delle imprese -prioritaria per poter competere, a livello nazionale e internazionale-, il tema delle riforme, mai effettivamente concretizzate, ed infine il Mezzogiorno, di cui si discute da più di 100 anni.

Gli avvenimenti degli ultimi due anni -nel 2020 e soprattutto nel
2021- consentono, finalmente, di abbandonare questo
leitmotiv e d'iniziare a guardare, con uno spirito più ottimistico,
al presente e al futuro del nostro Paese, soprattutto ora che il
contesto macroeconomico, come anticipato dal Prof. Messori,
è diventato più favorevole con una previsione di crescita del
Prodotto Interno Lordo superiore al 6% e, con buone
probabilità, nel 2022 si potrebbe posizionare oltre il 4%.
Il Prodotto Interno Lordo è l'indicatore più importante per la
crescita di un Paese perché rappresenta ricchezza aggiuntiva
per la pubblica amministrazione, gettito fiscale incrementale
che consentirebbe ai Governi di valutare se ridurre le tasse, se
abbassare il debito, se effettuare nuovi investimenti; vuol
dire crescita delle imprese, la loro internazionalizzazione e il
miglioramento della struttura occupazionale.
Il secondo fattore, richiamato dal Direttore Generale, di
estrema positività del 2021 e del 2020 è lo straordinario
incremento della liquidità; non è una liquidità esclusiva del
sistema bancario e finanziario ma anche liquidità delle
famiglie e delle imprese che, negli ultimi due anni, è
aumentata in maniera rilevante: i conti correnti delle famiglie
sono cresciuti del 10%, i conti correnti delle imprese del 28%, gli
stock dei conti correnti bancari del 14% e, solo nel 2020, le
famiglie hanno depositato, nel sistema bancario, 84 miliardi di
euro, circa 25 miliardi in più rispetto all'anno precedente.
Come richiamato anche dal Presidente Patuelli, in una recente
intervista, la vera sfida adesso è riportare parte di questa
liquidità e di questa ricchezza, generatasi dall'incertezza,
verso l'area dei consumi ed è probabile che il beneficio, a
livello economico del Paese, sia particolarmente rilevante.

L'Ufficio Studi di Banca Intesa ritiene che il PIL possa avere un
aumento del 3%, se una parte significativa di questo risparmio
dovesse diventare investimento o spese.
Altro tema di grande importanza, che vorrei portare alla Vostra
attenzione, è quello di cui ormai si parla quotidianamente:
Next Generation Eu; che riguarda due aspetti: il primo quello
delle riforme. Il Governo Draghi ha già intrapreso questa strada
ma sarà fondamentale, per completarle rapidamente, che i
governi successivi mantengano la determinazione
nell'impegno e nella continuità del processo; il secondo
aspetto è la ripresa e il rilancio degli investimenti pubblici.
Questo è un Paese che ha avuto, negli ultimi decenni, un
deficit d'investimenti pubblici straordinari -tra il 2009 e 2018-
quindi dieci anni, definiamoli pre-pandemici; gli investimenti
pubblici, in Italia, si sono ridotti del 35%, siamo passati da 58
miliardi d'investimenti del 2009 a 38 miliardi dal 2009 e alla fine
del 2018, gli indici relativi alle strutture infrastrutturali italiane,
sono i peggiori d'Europa riportando delle differenze, rispetto
agli altri Paesi europei, significative.
Altro argomento, da affrontare con grande serietà, è il tema
dell'Execution del PNRR. Il nostro è un Paese che si è
caratterizzato, in questi decenni, per lentezza ed incertezza
quindi la fattibilità nel realizzare, in cinque anni, investimenti
rilevanti non è un'operazione di routine. Ritengo che le
infrastrutture siano fondamentali per la crescita di qualunque
Paese, sia in via di sviluppo che già maturi. Nell'esaminare i
business plan di grandi operazioni internazionali, si rileva che
dopo due/tre anni il business plan diventa già positivo; in
quanto, se le opere si concludono in tempi brevi, si può,
realisticamente, riuscire ad istruire delle operazioni dove poi
affluiranno grandi capitali di investimenti, sia di equity investor
che di debito.

I grandi fondi, nazionali ed internazionali, hanno due necessità:
avere certezze dei tempi di restituzione del proprio capitale, il
cosiddetto IRR -Internal Rate Return- cioè il ritorno
sull'investimento e della parte debitoria con tempi certi; si
troverebbero così grandissime disponibilità di credito e,
soprattutto, le operazioni avrebbero rating più positivi,
pertanto con dei costi inferiori per i prenditori; quindi l'obiettivo
dei prossimi 5 anni è selezionare, individuare le priorità e
realizzare queste opere con rapidità.
Il PNRR rappresenta un'occasione unica per il Mezzogiorno;
Mezzogiorno che ha un ritardo storico nei confronti dell'altra
parte d'Italia; affermo sempre che il Paese, nella sua interezza
non riuscirà ad essere competitivo, a livello nazionale, fino a
quando sarà presente una differenza così significativa,
avremo un Paese che, da Roma in su, realizza un determinato
PIL, ad un determinato tasso di occupazione/
disoccupazione, di aziende che hanno determinate
dimensioni con capacità di internazionalizzazione e da Roma
in giù, otto regioni con 21 milioni di persone, senza
infrastrutture, alta disoccupazione giovanile e imprese
piccolissime; fino a quando non ci sarà una "sincronia", fra le
due parti del Paese, il "consolidato" d'Italia non potrà mai
essere positivo.
A comprova di ciò, leggevo un articolo che riportava il grido
definirei di "dolore" del nuovo Sindaco di Napoli, appena
eletto, Professor Manfredi che evidenziava la difficoltà nel
realizzare le opere del PNRR perchè non dispone di risorse
umane; le statistiche, effettivamente, riportano che, negli
ultimi cinque anni, dal Mezzogiorno d'Italia, sono andati via 135
mila laureati trasferitisi in altre regioni o all'estero.

Vorrei concludere, questo mio intervento, con una riflessione
sul ruolo d'Intesa Sanpaolo; mi soffermerei su tre punti: il primo
è rappresentato dal supporto dell'Execution sulle operazioni
relative alla gestione del Next Generation EU. Abbiamo una
grandissima competenza, una grande storia nel campo della
finanza strutturata, del project finance; siamo quindi in grado
di poter strutturare, realizzare, verificare quelle che sono le
migliori forme tecniche, sia a livello di equity che a livello di
debito; il secondo è il coinvolgimento, non solo delle grandi
imprese, ma delle filiere.
Il nostro Paese ha delle caratteristiche uniche rispetto ad altri
Paesi europei, noi difettiamo di grandi e grandissime aziende
ma abbiamo 250mila piccole medie imprese, 700mila
microimprese; il 50 per cento del fatturato dell'export
manifatturiero italiano deriva proprio dalle 250 mila piccole e
medie imprese; in Francia e Germania le piccole e medie
imprese hanno un fatturato di esportazione del 15%, cosa
significa? che cosa se ne deduce? che hanno imprese molto
più grandi ma che, nello stesso tempo, noi abbiamo un
potenziale molto più rilevante se saremo in grado di farle
crescere; il ruolo ed il dovere del sistema bancario è quello
di infondere coraggio, di trovare soluzioni per lo sviluppo delle
imprese, di trovare operazione di M&A e operazioni di
internazionalizzazione delle stesse.
Sono fiducioso che anche tra le riforme, come quella del fisco,
possano essere individuate delle modalità d'incentivo per le
aggregazioni e per le crescite dimensionali delle imprese; si
potrebbe proporre, alle aziende, che aumentano i fatturati o
aumentano le performance economiche, un periodo -i primi
due tre anni- con tassazioni diverse o con la possibilità di avere
costi relativamente più contenuti per il personale che
assumono, inferiori a quelli tradizionali; terzo e ultimo aspetto
la possibilità di supportare tutto ciò con i grandi investitori

privati corporate e poi istituzionali italiani; come detto da
Carlo Messina, in occasione della presentazione dei risultati,
Intesa mette a disposizione del PNRR 400 miliardi di nuove linee
di credito, tutte a medio lungo termine, quindi con la dovuta
serenità per il prenditore, serenità per i piani di ammortamento
e di questi 400 miliardi 270 saranno rivolti alle imprese e 130
famiglie.