La Rivista
2020
N° 1 - 2 Gennaio - Giugno 2020
Rinnovabili: autoconsumo collettivo e comunità energetiche per raggiungere l'obiettivo europeo
16/Novembre/2020
Archivio News

dì Lorenzo Guidantoni

Il CEO Enel, Francesco Starace, ha recentemente diffuso una serie di numeri incoraggianti rispetto allo sviluppo delle energie da fonti rinnovabili nel continente europeo, evidenziando allo stesso tempo le criticità che rallentano la prossima, inevitabile "rivoluzione verde".

Nell'ultimo lustro la produzione di energia rinnovabile ha generato risultati straordinari, con una media di 18mila megawatt di potenza, ma gli obiettivi posti dalla Commissione Europea - relativi al taglio del 55% di emissioni rispetto al 1990 ed entro il 2030 - sono ancora lontani: mancano all'appello altri 28mila megawatt all'anno.

La disomogeneità dei traguardi raggiunti dai vari paesi è uno dei problemi evidenziati dal Ceo di Enel, che sottolinea l'ottimo lavoro svolto dall'Italia ma lamenta le difficoltà di penetrazione e l'ottenimento dei permessi in molte aree dell'Unione.

Rinnovabili in ostaggio di personalismi e incapacità delle amministrazioni pubbliche; di governance poco fattive o di politiche locali scarsamente propense ad aprire le porte al futuro.

In Italia l'impedimento per l'espansione del mercato delle rinnovabili è rappresentato dalla burocrazia. Dal 2015 sono stati installati appena 459 megawatt di solare e 390 di eolico.

Sembra ormai scontato che, nonostante gli investimenti delle grandi aziende, per raggiungere il taglio delle emissioni richiesto dalla Commissione Europea dovranno essere coinvolti anche il mondo dell'impresa e la società civile, attraverso la creazione di comunità energetiche indipendenti e connesse fra loro.

In questo senso, se al momento non è ancora legale installare un impianto fotovoltaico sul tetto di un edificio o di un distretto industriale, condividendo l'energia prodotta fra i vari partecipanti, l'Europa si sta muove con l'approvazione della direttiva 2018/2021.

Sulla base di questo documento la condivisione di energia pulita dovrà essere favorita dai singoli Paesi, attraverso incentivi e snellimenti burocratici.

La sperimentazione attorno al nuovo modo di produrre energia comune fra privati, in Italia è sostenuta dal "Centro di ricerche sul sistema energetico" che negli ultimi mesi ha avviato nove progetti di autoconsumo collettivo e sei comunità energetiche.

Quella disomogeneità lamentata nell'ampia scala del continente, si riflette però anche sulla sperimentazione interna al nostro Paese: di nove progetti, soltanto due si svolgono nel Mezzogiorno, uno a Napoli e l'atro a Barchidda, in Sardegna.