La Rivista
2020
N° 1 - 2 Gennaio - Giugno 2020
La giornata parlamentare del 28 febbraio 2020
28/Febbraio/2020
Politica

Mattarella incontra Salvini al Quirinale

Riaprire tutto e far ripartire l'Italia: Matteo Salvini parte alla carica e arriva fino al Colle più alto di Roma. È emergenza Coronavirus e i suoi effetti potrebbero essere devastanti: per questo il leader leghista porta al capo dello Stato Sergio Mattarella le ricette del suo partito per evitare che il Paese venga inghiottito da una recessione senza fine. L'incontro con il presidente della Repubblica, che non vedeva ufficialmente dal giorno delle consultazioni per la formazione del governo giallorosso, è stato cordiale, riferiscono fonti di via Bellerio, e non ha affrontato in alcun modo e in nessun passaggio ipotesi di governi alternativi a quello di Giuseppe Conte. Salvini arriva intorno a mezzogiorno, con una serie di proposte economiche, già avanzate negli ultimi giorni, per far uscire il Paese dall'isolamento. Nel suo corposo dossier il segretario del Carroccio ha una lista di difficoltà che il mondo produttivoha chiesto che fossero poste all'attenzione del Presidente.

Salvini rilancia: Governo istituzionale senza Conte per andare al voto

Bisogna "tornare a lavorare, e l'ho detto al Presidente della Repubblica, senza scaricare su altri colpe che evidentemente stanno nel manico. Ho sottolineato come sia stato vergognoso additare qualche medico, sindaco o amministratore. I medici andrebbero premiati, non indagati. È vergognoso". Per l'ex ministro dell'Interno "chi fa il premier dovrebbe rispondere nel bene e nel male di ciò che fa, ma prima si vota meglio è, con Conte il Paese affonda. La Lega c'è per accompagnare il Paese alle urne e fuori dal pantano". La frase mette in evidenza il disegno: tendere la mano in un momento di difficoltà con un esecutivo istituzionale ma che porti gli italiani dritti alle urne. Infatti, insiste: "Questo governo non può traghettare il Paese fuori dall'emergenza". L'idea lanciata dal leader del Carroccio è di buonsenso, commentano da più parti, ma soprattutto segue una strategia ben precisa, farina del sacco di Giancarlo Giorgetti, del quale non è passato inosservato l'attivismo delle ultime settimane, con continui colloqui nel Transatlantico della Camera, e non solo con esponenti della coalizione di centrodestra. 

Forza Italia apre a Salvini, scettica la Meloni

La proposta viene colta da Mara Carfagna, che di fatto la sottoscrive: "Il dovere di una politica seria è ammettere l'esistenza di un'emergenza economica potenzialmente molto più grave del previsto e aprire una nuova pagina di dialogo in nome dell'unità nazionale: solo uno sforzo comune può mettere l'Italia e gli italiani al riparo dai danni di un pericoloso ciclo di crisi", fa sapere la vice presidente di Montecitorio. "È il momento di avere coraggio, sottolinea, di uscire dal teatrino delle reciproche prove di forza, come peraltro hanno fatto i nostri predecessori nei passaggi più difficili della Repubblica". Insomma, la deputata di Forza Italia risponde "presente" a un Governo che ponga rimedio ai danni dell'esecutivo Conte. Invece non sposa questa linea Giorgia Meloni, che insiste: "La soluzione sono libere elezioni, ogni altra ipotesi non ci troverebbe d'accordo"; per la presidente di FdI "dopo due governi nati da un inciucio che non hanno prodotto nulla se non l'immobilismo e i compromessi al ribasso, non ne serve un terzo ancora più eterogeneo dei precedenti".

Salvini pressa Renzi per far cadere il Governo Conte

Matteo Salvini è in pressing su Matteo Renzi: faccia la sua "mossa del cavallo e dia lo scacco matto al re, provocando la caduta di Giuseppe Conte". È questo il senso dell'apertura manifestata dal segretario leghista all'ipotesi di governo di salvezza nazionale in tempo di coronavirus. La Lega non parteciperà mai a operazioni di palazzo e l'idea di un governo che traghetti il Paese verso il voto non è una proposta ma uno scenario cui Salvini è pronto a dare il suo sostegno in caso di crisi dell'esecutivo Conte II. Ma il percorso si può avviare solo se c'è un atto concreto da parte di Matteo Renzi, che il capo leghista arriva a sollecitare direttamente, prima in conferenza stampa, poi in diretta Facebook: "Se qualcuno ha idee e coraggio si faccia avanti, altrimenti, se mancano idee e coraggio, si faccia da parte: questo è quello che ci chiede un grande popolo", scandisce il capo di via Bellerio. "Non stiamo proponendo accordi a nessuno", assicura Salvini. Poi, però, a chi gli chiede su quali priorità ritiene che si possa costruire il governo "a tempo di traghettamento" verso il voto che immagina, l'ex ministro dell'Interno risponde elencando alcuni punti che si possono trovare anche nel piano shockillustrato da Renzi: ovvero riduzione della pressione fiscalesburocratizzazione e rilancio delle infrastrutture. "A una crisi di questo genere si risponde con uno shock economico", aggiunge, mutuando il lessico renziano. È il piano di Italia viva gli fanno notare i cronisti: "Renzi è al governo. L'unico piano shock è mandare a casa Conte", esorta.  

Conte stoppa Governo di unità. Pd-M5S difendono il Governo 

Non sarà per l'emergenza Coronavirus che nascerà il terzo Governo della legislatura: Giuseppe Conte boccia sul nascere ogni ipotesi di un esecutivo di unità nazionale. "Lo siamo già - taglia corto il premier al termine del consueto briefing del mattino nella sede della Protezione civile - un governo unito per la Nazione". Se infatti Matteo Salvini esce allo scoperto, la maggioranza giallorossa si blinda e respinge l'idea di un governissimo. Lo mette in chiaro di buon mattino, con meno di 140 caratteri su Twitter, Andrea Orlando: "Credo che la situazione richieda il massimo sforzo unitario tra tutte le forze politiche. Si può e si deve collaborare anche nella distinzione dei ruoli. Nessuna emergenza però giustifica o rende praticabile un'alleanza con la Lega", scrive il vicesegretario Pd. La linea del Nazareno, che bolla l'ipotesi di asse Renzi-Salvini come "governo Amuchina", la ribadisce anche Goffredo Bettini: Sì "all'unità di azione nell'emergenza", spiega, "no a un governo istituzionale tutti dentro". Intanto Matteo Renzi ha ripetuto in più occasioni che "quando l'emergenza sarà rientrata, parleremo del futuro del Governo".

Anche il M5S respinge ogni idea di Governo dell'emergenza e attacca i renziani: "L'Italia ha un governo, che sta lavorando seriamente", assicura Vito Crimi. "Altri ragionamenti non ci interessano e pensare di andare al voto in un momento così delicato mi sembra il solito desiderio di chi ha tempo di straparlare e fare sciacallaggio su questioni serie, pensando solo ed esclusivamente al proprio tornaconto personale". Il capo politico pentastellato sferra poi un attacco ai "partiti a caccia di poltrone", mandando su tutte le furie Iv. "Crimi dice che cerchiamo poltrone? Noi le lasciamo le poltrone, vedrete", assicura un dirigente renziano. Il riferimento è legato alla decisione del sottosegretario agli Esteri di Iv Ivan Scalfarotto che, in polemica con la decisione di Luigi Di Maio di assegnare a Manlio Di Stefano la delega agli investimenti, sarebbe pronto a dimettersi. "Il ministro è venuto meno contravvenendo agli accordi presi", assicurano i renziani; Scalfarotto, viene spiegato, avrebbe deciso di lasciare già ieri sera, ma i vertici di Italia viva gli avrebbero chiesto di aspettare per rispetto del Presidente della Repubblica e del Presidente del Consiglio dal momento che è in corso il vertice Italia-Francia a Napoli. 

Il passo indietro, spiegano fonti autorevoli, potrebbe arrivare questa mattina. A Iv, quindi, resterebbero nella delegazione di Governo solo le ministre Teresa Bellanova ed Elena Bonetti. Nonostante le turbolenze, comunque Maria Elena Boschi assicura sulla tenuta della maggioranza: "Questa legislatura arriverà al 2023, piaccia o meno a Salvini e Meloni. Da tempo diciamo che vogliamo chiudere le polemiche e aprire i cantieri. Ora, però, il nostro primo obiettivo è preoccuparci del Coronavirus, delle conseguenze che avrà sulla salute pubblica e sull'economia". A emergenza finita, se mai si è interrotta, ricomincerà la battaglia. 

Coronavirus, crescono i contagiati ma in 45 guariscono. Tensione tra Governatori e Governo

Salgono a 650 contagiati e a 17 i morti, questo il bilancio dell'epidemia di coronavirus che ha toccato 12 regioni italiane e la provincia autonoma di Bolzano. Secondo i dati riferiti dalla Protezione civile i pazienti ricoverati con sintomi sono a ora 248, di cui 56 in terapia intensiva, mentre 284 si trovano in isolamento domiciliare. Il dato incoraggiante è che 45 persone sono guarite, la maggior parte in Lombardia, la regione più colpita. Intanto una buona notizia arriva dall'ospedale Sacco di Milano che è riuscito a isolare il ceppo italiano del coronavirus, una svolta importante che avrà effetti sui test. Un fatto "positivo", l'ha definito il vicepresidente della Regione Lombardia Fabrizio Sala in conferenza stampa a Milano; "Siamo e continuiamo a essere un Paese sicuro", ha detto il Commissario per l'emergenza del coronavirus Angelo Borrelli che ha rivendicato la massima trasparenza nell'azione della Protezione civile e ha precisato che "nulla di sbagliato è stato fatto" sui tamponi a tappeto. "Abbiamo seguito un criterio di massima precauzione, i controlli sono stati fatti in alcune aree per delimitare la zona del focolaio", rispondendo così alle critiche sollevate da Walter Ricciardi dell'Oms, da due giorni consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza, che ha puntato il dito contro la decisione di sottoporre ai test anche alle persone asintomatiche. 

Intanto le Regioni cercano di tornare alla normalità. Il governatore del Veneto Luca Zaia sta valutando di riaprire le scuole lunedì e la Liguria aspetterà domenica per prendere una decisione; quello della Lombardia, Attilio Fontana, è in pressing sul Governo perché allenti le misure di contenimento e faccia ripartire l'economia delle aree colpite. Nelle Marche invece il Tar regionale ha sospeso in via cautelare l'ordinanza del governatore Luca Ceriscioli che aveva disposto la chiusura di scuole, musei, e inibito tutte le manifestazioni pubbliche di qualsiasi natura fino al 4 marzo 2020 perché al momento dell'emissione non c'erano casi di contagio. Fino ad ora i casi accertati di coronavirus sono 403 in Lombardia, 111 in Veneto, 97 in Emilia-Romagna, 19 in Liguria (riconducibili al cluster noto di Alassio e al caso di La Spezia), 4 in Sicilia, 3 nelle Marche, 3 nel Lazio e 3 in Campania, 2 in Piemonte, 2 in Toscana, 1 in Puglia, 1 nella Provincia autonoma di Bolzano e uno nuovo in Abruzzo.  

Fonte: NOMOS