La Rivista
2020
N° 1 - 2 Gennaio - Giugno 2020
Spread e PMI: attenzione massima sulle conseguenze.
19/Novembre/2018
Politica Economica

Il Documento Programmatico di Bilancio (DPB) presentato dall'Italia, sta per essere giudicato dalla Commissione Europea, che rilascerà, a breve, il proprio parere.

Sulla base del probabile giudizio negativo dell'Europa, il quadro che si presenterà sarà quello di uno spread puntato verso nuove, inesplorate vette con la conseguenza di ritrovarci, malauguratamente, in una situazione simile a quella che contribuì per le dimissioni il Governo Berlusconi, nel 2011.

La manovra del Governo, seppur espansiva, non è condivisa dall'Europa, poiché non sembra tenere da conto l'alto debito pubblico. La scommessa che si vuole intraprendere, non è, d'altronde, attuabile senza il consenso dei mercati; il rischio è quello di spingere il Paese e le sue aziende verso una nuova crisi. Le parole del Ministro Savona, che ha definito la situazione "grave", sono un monito che appare ancora inascoltato, da gran parte dell'esecutivo.

Nel frattempo, al Presidente Conte è stata negata la possibilità di un incontro preventivo con i vertici europei, per spiegare le intenzioni dell'Italia, come se davanti a certi numeri le dichiarazioni d'intenzione siano considerate solo come un orpello.

L'economia, d'altronde, è una scienza che non consente prove di laboratorio.

Se fosse possibile, probabilmente i "rivoluzionari a tutti i costi", con l'evidenza di dati e fatti, essendo in buona fede, eviterebbero il baratro.

 

Le prime vittime di una operazione che potrebbe rivelarsi fallimentare saranno le banche e, a cascata, le PMI e le microaziende che sopravvivono, ancora in un mercato già complesso, sulle linee di credito concesse dal sistema.

La lievitazione dello spread, spingendo i costi e toccando la patrimonializzazione degli Istituti di Credito, inciderà sicuramente sulla capacità di sostegno delle unità produttive.
Il rischio è enorme, toccando l'attività operativa e le possibilità occupazionali.

L'ANSPC (www.anspc.it), Associazione vicina a questa Testata, si era già espressa a sostegno del finanziamento per le PMI in un momento di crisi finanziaria, con un manifesto, pubblicato, sulle principali Testate, insieme ad Unioncamere, Camera di Commercio di Roma e di Milano, durante il Governo Monti, il 7 febbraio 2012.

Riproponiamo, oggi, qualche stralcio di Manifesto, con la speranza che il periodo nel quale questa proposta fu rivolta all'allora "Governo dei Tecnici", non torni ad essere necessara, causa errori strategici.

"Chiediamo al Governo Italiano di adottare tutte le misure necessarie in sede europea per non penalizzare ulteriormente il canale del credito bancario ed evitare così possibili situazioni di credit crunch. Deve essere chiaro che nessuna ipotesi di uscita dalla recessione è immaginabile, senza una tempestiva riattivazione dei flussi di finanziamento verso le PMI".

"….va di pari passo la necessità che il Governo introduca, nel nostro ordinamento legislativo, la possibilità che le PMI, creditrici verso le Pubbliche Amministrazioni, costrette a subire tempi di pagamento lunghissimi, possano ricevere Titoli di Stato ovvero scontare almeno parte dei loro crediti dagli obblighi fiscali".

I mercati si muovono velocemente, lo spread può mettere in ginocchio le banche e quel 99% di PMI e POE (Piccoli Operatori Economici) che sono la spina dorsale del sistema produttivo italiano.

E' facile immaginare le nefaste conseguenze economiche e sociali, di tali, sempre più allarmanti dinamiche.