La Rivista
2020
N° 1 - 2 Gennaio - Giugno 2020
Savona, un Ministro propositivo
18/Settembre/2018
Politica Economica

Il Ministro degli Affari Europei, Paolo Savona, ha ricevuto, a Lecce, l'applauso della CGIL.
Dentro la notizia c'è il valore simbolico di un atteggiamento che si carica di significato per la platea dalla quale proviene, quella CGIL ancora rappresentante di una buona parte dei lavoratori italiani, e alla costante ricerca di sponde politiche, nel nuovo Governo.
Savona ha parlato dei rapporti con i due leader, Di Maio e Salvini, della manovre economiche future ma, soprattutto, del tema che lo ha reso celebre nel periodo antecedente la formazione del Governo: il rapporto fra l'Italia e l'Europa.
In questo senso, il documento "Una politeia per un'Europa diversa, più forte e più equa", inviato a Bruxelles (passando per il giallo che ha coinvolto l'Ambasciatore italiano, Maurizio Massari), ha ricevuto una fredda accoglienza da parte della Commissione europea e dal Presidente Juncker, il quale lo ha liquidato con alcune dichiarazioni di rito.
La battaglia di Savona, però, non si ferma, anche se dispiace notare una certa solitudine attorno al Ministro per un tema che, seppur centrale, sembra destinato a fare da riserva a quello dell'immigrazione, sul quale sono molto più attivi gli alfieri italiani a Bruxelles.
La proposta presentata da Savona illustra tre elementi attraverso i quali si prospettano nuovi rapporti fra i Paesi della moneta unica:
- l'architettura istituzionale della politica monetaria;
- l'architettura istituzionale della politica fiscale e la conformazione da questa assunta;
- le regole della competizione anche in relazione agli aiuti di Stato.
Parlando di Europa, il Ministro ha ribadito come alcune difficoltà del nostro Paese siano dovute alla scarsa lungimiranza con cui si sono firmati, in passato, accordi dentro le cui maglie, adesso, non riusciamo più a muoverci.
La coperta è corta per risolvere ogni problema se l'economia delle nazioni resta imbrigliata da austerità e regole ferree.
Questo, secondo Savona, è valido anche per il problema dell'immigrazione, tema dal quale si smarca nel finale, sottolineando "non faccio politica. Sarà Salvini a rispondere di questo".
Un Ministro troppo tecnico e bravo per un governo emotivo o una battaglia logorante e fuori dalla portata dell'Italia per il suo peso specifico?