La Rivista
2020
N° 1 - 2 Gennaio - Giugno 2020
Di riffa o di raffa: evasione, scontrini e patrimoniale
02/Dicembre/2020
Archivio News

Di Lorenzo Guidantoni

Come la mela che mangiata ogni dì scaccia il medico di torno, la soluzione di una patrimoniale si presenta ciclicamente quale soluzione per tutti i mali della nostra economia.

Le briciole lanciate per testare la reazione del pesce sociale   - abitudine consolidata nella formulazione dei "Dpcm pandemici" –  in questo ultimo caso portano la firma di Orfini e Frantoianni (LEU e PD), nella proposta di una patrimoniale subito smentita dalla stessa maggioranza di cui fanno parte.

EMENDAMENTO ORFINI - FRANTOIANNI

L'emendamento chiede l'abolizione di Imu e imposta di bollo su conti correnti e deposito titoli, con la sostituzione di un'aliquota progressiva minima dello 0.2% sui grandi patrimoni a partire da 500 mila euro e fino a un 1 milione, per arrivare al 2% oltre i 50 milioni di euro.

Nel 2021 è invece prevista un'aliquota del 3% per patrimoni superiori al miliardo di euro.

Solita proposta ma problemi consueti con difficoltà di rintracciare i pochi super ricchi ufficialmente presenti nel Paese e la certezza di massacrare ciò che resta di una middle-high class già fortemente colpita dalle aliquote attuali, senza peraltro essere sicuri di un risultato soddisfacente per la famelicità delle casse di Stato.

DIBATTITO E SOLUZIONI

Il rifiuto espresso dalla stessa maggioranza non ha evitato l'inizio della bagarre pubblica tra favorevoli e contrari, fra chi alzava il forcone più in alto e chi riusciva a trovare l'idea più barocca, occupando per qualche giornata palinsesti televisivi e un po' di banda larga.

Dibattito che scemerà come sempre molto presto, lasciandosi alle spalle qualche titolo di giornale e il problema del bilancio irrisolto.

EVASIONE E SCONTRINI

Il contesto in cui si inserisce la proposta della patrimoniale è quello ormai noto a tutti: una crisi economica e sociale senza precedenti, la recessione attestata al -9% del PIL per il 2020, il debito pubblico alle stelle e una condizione di precarietà e disoccupazione che dal Sud inizia a salire come lo scirocco, investendo a macchia di leopardo anche centro e nord.

Ma le soluzioni creative nel Paese della genitalità leonardiana non mancano di certo.

Per mitigare il buco ultramiliardario causato dal "nero" -problema numero uno nel triste bilancio nazionale- il Governo introduce dal 1° gennaio la riffa dello scontrino, sostituendo la decennale retorica della lotta all'evasione con il più simpatico gioco a premi.

Al di là dei giudizi sulla scelta ludica, sorprende come l'avanzata tecnologia che oggi permea le nostre vite non riesca a trovare collocazione nell'utilizzo pubblico, in questo caso con un semplice incrocio di dati per stanare migliaia di evasori.

Misteri della tecnologia non applicata che si nasconde dietro la burocrazia, utilizzata una volta come martello e l'altra come scudo per chiudere gli occhi di fronte al reale.

Intanto la barca va, dopata da welfare poderosi e risparmi da erodere,  con un mare che si fa sempre più grosso e sbatte sulla prua, bagnando marinai disorientati così come i loro capitani.

In attesa del sostegno europeo l'ordine è di evitare ad ogni costo il "si salvi chi può": eredità sulla quale non ci sarebbero patrimoniali da applicare.