La Rivista
2020
N° 1 - 2 Gennaio - Giugno 2020
Considerazioni economico-sociali e sul lavoro nel post Covid-19
26/Aprile/2021
Archivio News

di Carmine D'Antonio e Romeo Lelli[*]

L'importanza della campagna vaccinale e le cure monoclonali

Quando sarò vaccinato? Questa è la domanda più ricorrente che tutti noi ci ripetiamo come un mantra da parecchi mesi. Attualmente sono tre i vaccini anti-Covid 19 in corso di somministrazione in Italia, quelli prodotto da Pfizer-Biontech, da Moderna e da Astra-Zeneca. È in dirittura di arrivo quello prodotto da Johnson & Johnson. Gli obiettivi prefissati dal Governo italiano sono quelli di effettuare 500 mila somministrazioni al giorno e di immunizzare l'80% della popolazione entro fine settembre.

Per quanto concerne le cure monoclonali, se ne è cominciato a parlare dopo che sono state somministrate all'ex Presidente degli Stati Uniti d'America Donald Trump. Gli anticorpi monoclonali sono delle molecole biologiche in grado di riconoscere, legare e neutralizzare in maniera specifica un determinato antigene (molecola in grado di essere riconosciuta dal sistema immunitario come estranea o potenzialmente pericolosa).

La caratteristica principale degli anticorpi monoclonali è quella di accelerare la difesa del sistema immunitario. La terapia è consigliata su pazienti con sintomi lievi e moderati che presentano condizioni cliniche a rischio.

Gli anticorpi monoclonali possono svolgere una funzione preventiva contro il coronavirus, anche se non rappresentano una soluzione di facile applicazione su larga scala, hanno un costo elevato e una limitata durata temporale.

Il vaccino è, all'attualità, l'unica strategia possibile per uscire dalla pandemia e rappresenta l'unica vera arma per rilanciare al più presto l'economia italiana, schiacciata dal Covid-19. In Italia gli aiuti alle imprese in difficoltà, erogati sotto forma di ristori, sono stati ritenuti del tutto insufficienti a lenire le difficoltà subite da imprenditori, commercianti, artigiani, ecc. Il miglior ristoro è la definitiva riapertura delle aziende ed il vaccino sarà il volano della ripresa economica per superare e metterci alle spalle, quanto prima, questo brutto e triste periodo e scrivere nuove pagine della nostra storia.

La digitalizzazione e lo smart working nell'era del Covid-19

Fino a qualche tempo fa i media sostenevano che il futuro del mondo del lavoro sarebbe in gran parte dipeso dal sostegno alle aziende e da professioni e servizi della green economy, che avrebbe creato un consistente aumento dei posti di lavoro.

L'arrivo del Covid-19 ha cambiato totalmente questo paradigma, facendo diventare la digitalizzazione l'arma vincente per sopravvivere, in qualsiasi settore, alla pandemia. Il nuovo mondo del lavoro sarà contrassegnato da professionisti iper-qualificati e continuamente aggiornati, che dovranno non solo stare al passo con i tempi e delle nuove esigenze del mercato ma dovranno, soprattutto, essere degli esperti nell'analisi, nell'interpretazione dei dati e dei processi digitali. Il Covid-19 ha accelerato in maniera repentina il processo di trasformazione digitale, che appare come una vera e propria rivoluzione socio-culturale.

Un ruolo importante nella ripresa economica possono svolgerlo le pubbliche amministrazioni, che hanno già fatto passi da gigante con l'introduzione dello SPID, che, grazie al decreto semplificazioni, ha avuto un notevole impulso e tante altre sono le iniziative in cantiere per l'immediato futuro. È di questi giorni l'iniziativa del Ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao, per connettere tutta l'Italia in banda larga, entro il 2026, al fine di migliorare le modalità con cui si erogano i servizi.

Alla luce dell'emergenza sanitaria, lo smart working è risultato indispensabile per molte categorie di lavoratori, che hanno potuto assicurare alle proprie aziende una continuità lavorativa, garantendo, altresì, il distanziamento sociale. Molti lavoratori hanno dovuto imparare ad applicare gli strumenti a disposizione, per poter lavorare da casa. Le organizzazioni aziendali si stanno perfezionando per facilitare i lavoratori verso un nuovo approccio al lavoro, per far sì che il "lavoro agile" non sia qualcosa di passeggero ma una soluzione destinata a rimanere nel tempo.

Gran parte dell'opinione pubblica è convinta che lo smart working abbia un futuro ma esiste anche il partito di chi ne critica le modalità e chi vede cambiamenti troppo radicali nello stile di vita e chi nutre forti perplessità legate alla mancata socialità che ha sempre caratterizzato i luoghi di lavoro. In futuro sarà possibile ipotizzare, risolta l'emergenza sanitaria, soluzioni di lavoro ibrido, alcuni giorni in ufficio e altri da casa o da dove si vuole. Il valore dello smart working diverrà ancora più importante nel prossimo futuro ma non dovranno mancare, ai lavoratori, momenti di incontri e scambi di idee, per non stravolgere completamente usi e abitudini ben radicate, con l'obiettivo finale di non perdere il valore del lavoro di squadra. I vantaggi dello smart working risiedono nell'autonomia e nella libertà del lavoratore, nell'innegabile risparmio di tempo, in special modo nelle grandi città, evitando l'uso di macchina e trasporti.[1]

Tutto questo potrebbe consentire di trovare un maggior equilibrio tra lavoro e vita privata, anche se il problema più grande potrebbe nascere dalla mancanza di un arco temporale entro cui un'attività lavorativa inizia e finisce. Altro rilevante problema, non di facile soluzione, è quello che potrebbero avere le aziende su alcuni problemi logistici. Per esempio, nel determinare le ore di straordinario o sull'impossibilità di seguire e motivare i propri dipendenti, che appaiono, in taluni casi, fuori del loro controllo. Il rischio potrebbe essere quello che chi lavora in azienda possa configurare il lavoro da casa come una sorta di vacanza, innestando delle dinamiche che potrebbero determinare pesanti ricadute sulla produttività.

Al momento possiamo affermare che il futuro dello smart working o più precisamente del "lavoro agile", sia tutto da costruire, mettendo al centro la persona[2] e i suoi bisogni, e tutto da scrivere dalle parti sociali, in linea con le grandi incertezze e le poche sicurezze che ci circondano.

Il quadro economico: l'incertezza deriva dall'evoluzione in atto

Il contesto economico del Paese derivante dalla pandemia vede le imprese in un mare di incertezza, alla ricerca di un nuovo equilibrio tra l'esigenza di innovare e investire per poter ripartire e l'equilibrio patrimoniale e finanziario. Si fanno i conti con i rischi legati al credito, alla difficoltà di accesso ai finanziamenti e alle garanzie sui crediti commerciali. Le situazioni di difficoltà conclamate pre-coronavirus sfociano in insolvenze.

Per le banche e le assicurazioni si pone un problema di rispetto dei parametri del patrimonio di vigilanza per garantire i rischi di potenziali default. La pubblicazione dei bilanci 2020, che saranno "pesanti" per molte imprese, creerà effetti mitigati solo per quelle che hanno ottenuto una positiva reazione alla pandemia, come per chi ha avviato con successo la digitalizzazione. Le conseguenze negative verranno, soprattutto, se l'attenzione sarà focalizzata solo sulla attenta analisi quantitativa del merito di credito delle aziende, fotografata nell'anno dell'emergenza. Dopo la crisi sono urgenti regole di ingaggio basate su numeri di bilancio ma ancor più di natura qualitativa, sulla salute dell'azienda, sulla sua strategia, sulla struttura aziendale, sulla solidità della filiera di appartenenza, sull'esistenza di un dialogo costruttivo con i propri clienti, sulla comunicazione attiva e circolare tra impresa, banca, assicuratore, filiera e cliente, nonché sulla disponibilità vicendevole all'ascolto.

Le assicurazioni del credito nel periodo della pandemia hanno presentato luci ed ombre, con restrizioni dei fidi concessi per le classi di rating basso, pulizie di portafoglio, problematiche dei costi, mitigate con l'aumento delle ritenzioni, ecc.[3] I rinnovi dei fidi affidati sono stati razionati, sia per settori merceologici che per Paesi.

Quando c'è una crisi i buoni pagatori pagano meglio, i cattivi pagatori diventano insolventi. Se si è lavorato bene durante gli anni rimangono in portafoglio solo i clienti migliori. Inoltre, durante la crisi la mitigazione del rischio avviene con una riduzione di fatturato, si vende solo ai clienti che danno adeguate garanzie o pronto cassa. Questo aumenta la marginalità e le imprese fanno molta più cassa. Non si cerca più di creare valore dove non c'è.

Il "Recovery plan" può cambiare totalmente le aspettative di recupero del merito di credito di vari comparti economici e delle singole imprese. In alcuni settori come le infrastrutture, quelli della transizione energetica e dell'economia circolare, cambi di visione e interventi strutturali possono accelerare il recupero nel 2022 e far cogliere le opportunità post-Covid 19. Se vi è la giusta visione non è importante fare altri debiti per uscire da una crisi ma è necessario prendere decisioni su quali risorse/competenze/strategia crea la ricchezza al fine di poterlo ripagare. La sostenibilità dei progetti e la misurazione dell'impatto dei progetti sono i parametri per scegliere tra le diverse opportunità che creano valore duraturo nel tempo.

Una novità positiva è l'art. 35 del Decreto Rilancio del 19 maggio 2020 che ha autorizzato SACE a concedere in favore degli assicuratori con sede legale in Italia, una garanzia sugli indennizzi generati dalle esposizioni relative a crediti commerciali. La Convenzione[4], esempio di collaborazione pubblico – privato, ha l'obiettivo di supportare gli assicuratori italiani nel sostenere la liquidità delle imprese colpite dall'emergenza tramite la "Garanzia Italia", al fine di garantire l'export del made in Italy.

Il cambiamento dei parametri di riferimento

Il Prof. Brambilla ci ha di recente ricordato che "Il mito del lungo termine si è accorciato". I cambiamenti del mercato del lavoro, gli impatti occupazionali delle crisi aziendali, la maggiore velocità media di rotazione del TFR, per richieste di anticipi o nuovo posto di lavoro, che si attesta intorno ai 7 anni, i frequenti periodi di inoccupazione involontaria e le richieste di anticipazioni per problemi di salute o altre necessità. "Tutte richieste che accorciano inevitabilmente l'orizzonte temporale dell'investimento. Allo stesso tempo, l'andamento dei mercati finanziari negli ultimi anni ha imposto di inserire in portafoglio investimenti di più lungo periodo (fondi alternativi), per sopperire alla mancanza di rendimento delle attività di più breve termine che presentano rendimenti estremamente contenuti. Investimenti che invece hanno durate anche superiori ai 7 anni." [5]

Il punto è che i mercati finanziari sono in costante movimento e rivedono le proprie valutazioni all'arrivo di nuove informazioni. Gli analisti devono decidere se i prezzi delle attività correnti sono adeguati alla visione di medio lungo periodo di dove stanno andando le cose e quali siano le opportunità da sfruttare.

Durante la pandemia da Covid-19 gli investitori previdenziali e assicurativi hanno continuato a dimostrare di disporre di attivi in grado di produrre buoni rendimenti. La ripartenza da questa crisi sanitaria imporrà un modello economico diverso (ad esempio, con più economia circolare) con decisioni sulla sicurezza, liquidità, redditività degli attivi in portafoglio. Tuttavia, il benessere post-crisi dipenderà dal cogliere le opportunità e dalla creazione di ricchezza derivante dal programma europeo Next Generation EU. Con i nuovi investimenti sarà necessario creare lavoro di lungo termine, in modo da poter consentire il controllo dei flussi finanziari delle famiglie, accumulare nuovo risparmio e finalizzarlo nella maniera più efficiente possibile. [6]

In Italia vi è una situazione generale congelata, sono fermi i licenziamenti e le procedure fallimentari, vi sono prestiti agevolati e garanzie statali, la grande liquidità presente sul mercato agevola la proroga dei pagamenti, ecc. Queste misure prima o poi termineranno e ci si scontrerà con la realtà. Dopo le misure straordinarie si porrà la priorità di limitare gli effetti negativi alle imprese "zombie".

È necessario programmare il futuro

La vita quotidiana in tempo di pandemia, come in qualsiasi altro evento tragico della vita umana, insegna/ricorda che nell'emergenza bisogna guardare avanti, per usare quello che si vede e si ascolta, al fine di prendere decisioni concrete tempo per tempo. Decidere diventa inderogabile e vi sono due possibilità per farlo con un'ottica:

  • reattiva, cioè aspettando che le cose succedano per decidere la risposta;
  • anticipante, cioè pensando prima cosa potrebbe succedere, preparandosi la possibilità di agire, eppoi decidere con tempestività[7].

In un evento, soprattutto se si tratta di un evento catastrofale, quello che conta sono le conseguenze, cioè i danni alle vite umane e alle cose. Se il nostro radar punta le variabili spazio-temporali non circoscritte alla gabbia del presente e se le decisioni sono la conseguenza del perché facciamo le cose, le vulnerabilità possono essere meglio governate e si sviluppa una visione della comunità per valutare i futuri migliori. Si diventa più preparati insieme a vivere l'incertezza e rispondere con decisioni concrete ai cambiamenti avvenuti e a quelli in arrivo. Gli elementi da valutare sono tanti:

  • cambiamento climatico, geopolitico, urbanistico, invecchiamento della popolazione,
  • innovazione e unione delle competenze,
  • transizione energetica e verso la gestione efficiente dell'acqua,
  • transizione digitale, con un nuovo volto delle attività economiche, implicazioni etiche e logiche di ecosistemi che si muovono insieme,
  • big data, intelligenza artificiale, machine learning, robotica, capacità di computo in cloud a velocità e quantità infinita, 5G stanno cambiando la percezione dei bisogni e quella del rischio sia a livello di prevenzione sia per ridurre le conseguenze di eventi avversi,
  • assunzione della sostenibilità e la misurazione dell'impatto quale metro per le decisioni sulle diverse opportunità,
  • internazionalizzazione nei nuovi scacchieri mondiali,
  • necessità per le imprese di maggiore equity per continuare a fare la differenza,
  • esigenza di gestione dei rischi e dell'assicurazione come traduzione di rischio in costo certo e strumento di mitigazione del rischio di credito,
  • nuove regole anche per creare reali condizioni competitive e utilizzo della leva legislativa per promuovere la transizione.

Guardare ai futuri possibili considerando tutti i citati elementi richiede una identità nazionale, al fine di individuare quello in cui si possa contribuire insieme a creare valore nel lungo periodo, con la consapevolezza diffusa sulle cose da fare e sul rispetto degli impegni presi.

Durante la crisi nasce la sensazione di perdere il contatto con il passato ma questo accade per una mancanza di una giusta visione di futuro. Oggi si sente tanto parlare delle competenze e della volontà/necessità della loro concreta applicazione per accrescere le conoscenze aziendali, la comprensione dei rischi e la loro gestione. Emergono nella loro assoluta rilevanza nuove figure professionali E-COMMERCE MANAGER, CONTENT MANAGER, COMMUNITY MANAGER, SUSTAINABILITY MANAGER, ecc. Tali competenze permettono ad un'impresa di adattarsi e di affrontare la crisi con nuove esperienze per capire quali decisioni prendere per progettare nuovi futuri. Questi dipendono dalla base informativa e dalle risorse investite per capire i futuri possibili, al fine di prendere le decisioni giuste e sostenibili per il futuro. Si sviluppa anche un allenamento a valutare tempestivamente le prospettive desiderabili e quelle non desiderabili, creando le condizioni per superare le situazioni di incertezza, saranno le buone decisioni a portare al successo. "La pandemia, tra i tanti aspetti, ha fatto emergere che le singole discipline sono "piccole" rispetto alla complessità dei problemi. I saperi isolati sono destinati a naufragare, quello che serve è la dimensione dell'intelligenza collettiva (del sapere di squadra)."[8]

La chiave di volta

L'esperienza accumulata durante la pandemia ha fatto maturare all'Unione Europea l'esigenza di sviluppare un'economia circolare verde. L'Italia con le maggiori diversità territoriali al mondo è un ottimo laboratorio. La prospettiva di crescita si afferma con progetti strutturali e di filiera a partire dalle tre A: ambiente, agricoltura e alimentazione. Prioritaria per lo sviluppo futuro è la conservazione dell'ambiente, attraverso la ricerca da parte delle imprese di un profitto attento alla sostenibilità finanziaria e sociale degli investimenti e alla coesione sociale con l'applicazione dei criteri ESG. Per superare le fragilità e le vulnerabilità è necessaria una gestione oculata del rischio. Tutto questo sarà realizzabile solo con una nuova organizzazione delle aziende e del lavoro.

Con la pandemia da Covid-19 il modo di lavorare in Italia è cambiato definitivamente e le parti sociali devono fornire risposte al passo con i tempi e governare il cambiamento del lavoro, per dare solido supporto alla ripresa economica del nostro Paese.

Nel settore assicurativo, l'accordo tra ANIA e Organizzazioni sindacali sulle linee guida per il lavoro agile è proprio volto a modernizzare l'organizzazione del lavoro, anche nella direzione della sostenibilità e delle pari opportunità per tutti.

Bisogna essere consapevoli che la formazione è un investimento importante e prioritario per affrontare questa fase storica di grandi cambiamenti. Necessita un maggior impegno a sviluppare una cultura di apprendimento continuo per permettere a chi lavora di far evolvere le proprie capacità e contribuire a creare valore nei progetti secondo le necessità della propria organizzazione. Mantenere alto il clima di collaborazione all'interno dell'azienda è un tema che investe sia la sua reputazione che la piena dignità dei lavoratori.

Stiamo vivendo un nuovo rinascimento e bisogna incrementare la produttività del lavoro ma mettendo sempre al centro la persona umana. La selezione dei migliori talenti[9] a disposizione, lo studio per l'innovazione, il miglioramento continuo delle abilità sul campo di lavoro, l'umiltà nell'imparare dai punti di forza degli avversari e la creatività italica, sono mezzi che possono far sviluppare, in modo autonomo ed originale, prodotti che fanno la differenza.

Il compito della classe dirigente di una nazione sarà quello di mobilitare esperienze e competenze per raccogliere le informazioni necessarie a governare l'incertezza, ad affrontare la complessità e la volatilità delle situazioni con il giusto atteggiamento.[10]

L'esigenza è allora quella di agire per il cambiamento condiviso, di far rinascere la fiducia, il rispetto reciproco e la speranza, di lavorare insieme per una visione e una prospettiva comune, adeguata a cogliere le opportunità per superare la crisi e con il pensiero rivolto ad essere pronti ad usare tutti i segnali sul futuro che ci raggiungono e che a volte non sappiamo cogliere.

Il futuro dell'Italia non è facilmente prevedibile ma è lecito guardarvi con un certo ottimismo se si svilupperà, soprattutto, un maggiore senso civico della legalità e della solidarietà, nonché migliorerà il clima di fiducia. [11]

Perché è importante affrontare i problemi strutturali

L'Italia ha ricevuto molti richiami dall'Unione Europea sul tema della Giustizia e la sua efficienza è ritornata di attualità nel dibattito politico sul programma Next generation EU.

Al riguardo, la Banca d'Italia ha pubblicato nel marzo 2021 il Tema di discussione N. 1322 - L'efficienza della giustizia e il credito alle imprese.[12]

Dalle analisi ivi riportate emerge che "Una maggiore durata delle procedure fallimentari è associata a tassi di interesse più alti e a una minore quantità di credito accordato, in particolare alle imprese più rischiose. L'inefficienza della giustizia è associata, per le imprese più rischiose, a una minore probabilità di ottenere nuovi prestiti, a una leva finanziaria inferiore e a un minore livello di investimenti. La probabilità di osservare crediti deteriorati è più elevata laddove le procedure hanno maggiore durata."

Quanto sopra sembra fornire una utile evidenzia di quale impatto avrà l'efficienza dei Tribunali sulla convergenza delle decisioni di imprese e banche nell'implementazione dei futuri programmi di investimento e sulla loro sostenibilità economica.

L'inefficienza dei Tribunali peggiora le condizioni del credito per tutte le imprese, soprattutto, per quelle più innovative (con attività più rischiose), che appartengono ai settori su cui si punta per la ripartenza dell'Italia.

Inoltre, l'inefficienza influenza negativamente il valore recuperabile atteso dalla banca in caso di insolvenza del creditore. Tale valore determina le condizioni a cui la banca è disposta a concedere credito all'impresa. In caso di insolvenze, quando i Tribunali sono inefficienti, i bilanci delle banche saranno gravati da maggiori prestiti non performanti, che assorbono capitale, con riflessi negativi sulle politiche di erogazione dei prestiti.

Dall'evidenza empirica nel settore r.c. auto emergono similari elementi di comprensione della criticità del problema, aggravati dall'obbligatorietà dell'assicurazione che vede molto più estesa la platea degli assicurati rispetto a quella dei prestatari; soprattutto gli assicurati devono ricevere dal contraente forte, al contrario dei prestatari/mutuatari che devono rimborsare. Nelle sopra citate deduzioni si possono facilmente sostituire nel ragionamento ai tassi di interesse i premi medi, il credito accordato alla copertura assicurativa, le imprese ai veicoli, ai prestiti la copertura assicurativa, il minore livello di investimenti si associa alla minore vendita di veicoli, i crediti deteriorati ai sinistri in causa ultraquinquennali, le attività più rischiose con le polizze vendute ai giovani e il valore recuperabile con il risparmio di riserva sui sinistri in causa. Il quadro che se ne desume ha caratteri di equivalenza con quello bancario.

Sfruttando i dati sul contenzioso assicurativo dell'IVASS[13], si può far luce su diversi aspetti di come l'efficienza dei Tribunali influenzi il mercato dell'assicurazione r.c. auto. Ritardi nella definizione delle vertenze, aumentano i costi degli assicuratori e si scaricano su tutti gli assicurati attraverso la ripartizione del fabbisogno tariffario. Spesso non si raggiunge lo scopo sociale voluto, in quanto crescono/non diminuiscono abbastanza i prezzi (alta marginalità) e non si consegue un allargamento del mercato (penetrazione). Lo sviluppo del mercato, ovviamente, sarebbe la soluzione ottimale in quanto creerebbe un maggiore equilibrio economico ed un migliore risultato sociale.

L'analisi dei dati territoriali mostra che dove vi sono inefficienze dei Tribunali si accumula un elevato contenzioso pendente. In Campania, dove le cronache sulle inefficienze degli Uffici giudiziari sono molteplici, nel 2019 si concentra il 40% del numero totale nazionale delle cause di I grado pendenti nel settore r.c. auto e natanti mentre il Piemonte incide per il 3%.

Per fare valutazioni sulla sostenibilità del contenzioso e sulla misurazione del suo impatto va tenuto presente che "L'evoluzione per la generazione delle cause relative all'anno 2010 fornisce una chiara evidenza sui tempi elevati per l'eliminazione delle cause. È stato necessario un quinquennio per pagare il 70,3% del numero e il 57,1% dell'importo delle cause e un decennio per raggiungere rispettivamente il 95,4% e l'89,6%. L'importo pagato per i sinistri in causa avvenuti nell'anno 2010 è pari a circa 2,2 miliardi di euro."[14]

Inoltre, i dati IVASS sul contenzioso dei rami r.c.auto e natanti evidenziano che le cause civili ultra-quinquennali (2014 e precedenti) di I grado sono il 48% per importo delle cause totali (il 27% in numero), evidenziando così una lenta eliminazione del contenzioso pendente. Presso i Tribunali tali cause raggiungono in importo 1,6 miliardi e in numero rappresentano il 56% del totale.

Nel settore assicurativo i lunghi tempi della Giustizia e le frodi fanno aumentare il costo dei sinistri e limitano la competizione nelle aree più rischiose. L'inefficienza della Giustizia e lunghi tempi delle cause concorrono a determinare l'importo dei sinistri pagati dovuto in rilevante parte a sinistri degli anni precedenti in causa.

Ad esempio, a Napoli l'importo dei sinistri pagati (dell'esercizio e degli esercizi precedenti) è pari al 148% dell'importo dei sinistri pagati + riservati dell'esercizio. Napoli inoltre registra il più elevato contenzioso a carico del FGVS d'Italia, i cui costi sono accresciuti dai tempi delle procedure giudiziarie.

I livelli dei premi medi[15] r.c. auto più bassi si registrano nelle aree in cui i sinistri pagati nell'esercizio sono inferiori ai sinistri pagati e riservati dell'esercizio.

Per le polizze r.c. auto a Napoli è elevata la probabilità di comportamenti opportunistici della domanda, che portano a fenomeni di elusione/evasione dell'obbligo di assicurazione, di sinistri fraudolenti o di aggravamento del danno. Una spirale negativa questa dagli impatti molto gravosi per la collettività virtuosa, in quanto il risultato economico dell'assicuratore si basa sulla generazione o meno di cash-flow.

La pandemia da Covid-19 ha creato la recessione più profonda della storia dell'Italia moderna e nel servizio obbligatorio di assicurazione r.c. auto diviene impossibile non agire in una logica di intervento pubblico[16] se il premio pagato diviene non più compatibile con le capacità economiche del Paese, sino a produrre la crescita dei veicoli non assicurati, che con numeri straordinari potrebbe gravare in modo preoccupante sul FGVS.

Parte della soluzione sarebbe quella dettata dalla responsabilità sociale che richiede di andare incontro alle aspettative dei danneggiati di chiusura dei contenziosi pendenti, dei giovani assicurati che auspicano di pagare un premio relativo alla sinistralità attuale (Loss ratio dell'esercizio) e non a quella derivante dal passato (Sinistri pagati/Premi), di raccogliere in polizza la dichiarazione del luogo dove vi è il centro degli interessi di chi utilizzerà il veicolo, di verificare, anche attraverso i sistemi satellitari, che il luogo dove circola il veicolo, cioè dove è ubicato il rischio, sia coerente le dichiarazioni fatte in polizza, di consentire l'apertura dei contenziosi penali presso il Tribunale del luogo dove è stata scoperta la frode, ecc.. Per procedere in tal senso è necessario che l'eco-sistema si muova insieme per il pieno rispetto della legalità ed il superamento delle inefficienze esogene nella liquidazione dei sinistri.

Napoli è l'area in cui si ha la massima espressione dei fenomeni patologici, che spesso sono solo anticipatori di fenomeni che possono dispiegarsi nel tempo all'intero Paese. Al contempo, Napoli è l'ideale campo di sperimentazione di azioni per una maggiore efficienza del mercato e delle condizioni di concorrenza.

Non è questa la sede per ulteriori approfondimenti[17] ma come per il settore bancario sembra che un miglioramento dell'efficienza dei Tribunali (e in generale un maggior sostegno alle infrastrutture del mercato) si possa associare a migliori condizioni per l'assicurazione r.c. auto, limiti i comportamenti opportunistici dell'offerta e della domanda, contenga i rischi di riservazione e non immobilizzi risorse abnormi a riserva sinistri, sottraendole al naturale ciclo premi-sinistri.

La tutela di chi lavora in prima linea

Le donne e gli uomini che lavorano nell'area sinistri del ramo r.c. auto del settore assicurativo sono da sempre impegnati con il loro mestiere complesso al servizio della collettività, per affermare, con competenza, fiducia e professionalità, il ruolo delle imprese per la crescita del benessere della società, l'efficienza del mercato e la competitività del sistema economico, pronti a continuare a governare i cambiamenti che interverranno nell'economia e nella società post Covid-19[18]. Tutelare il loro lavoro ed organizzarlo con l'adeguatezza delle necessarie risorse è un impegno di tutti che va continuato a perseguire, con elevata priorità, per la corretta definizione dei sinistri e non collocare in un vicolo cieco le compagnie. In fondo le assicurazioni si vendono più che si comprano e la qualità del loro servizio si vede al momento in cui avviene un sinistro. Per l'assicuratore una accelerazione nel pagamento dei sinistri degli esercizi precedenti, nell'attuale favorevole situazione dei mercati finanziari, consentirebbe di dismettere quote dell'attivo, e cioè smontare riserve, realizzando notevoli plusvalenze latenti sugli investimenti e abbassando il rischio di riservazione. Ne potrebbe derivare un forte ritorno in termini di reputazione e di fiducia dei clienti nell'assunzione di nuovi rischi.

La vita in questa fase storica ha bisogno di una rinnovata coesione sociale, di ripensare le organizzazioni sulla base di strategie sostenibili nel lungo periodo, abbandonando l'approccio di breve periodo e del risultato a tutti i costi. Necessita una rinascita sociale che parta dall'educazione all'onestà, alla virtù, al rispetto della parola data, alla voglia di lavorare, al gusto del lavoro fatto con dedizione, ecc. Tra gli attori primari nella costruzione di un futuro di certezze vi sono gli assicuratori, che hanno il ruolo di essere un mezzo per la resilienza, la crescita e la sostenibilità delle politiche di lungo periodo incentrate sulla persona, la famiglia e le imprese.

L'importanza per l'Italia del "recovery fund"

L'espressione "recovery fund" significa letteralmente fondo di recupero, in parole povere si tratta di un fondo, ritenuto necessario, per sostenere l'economia dei Paesi del vecchio continente messi a dura prova dalla crisi scatenata dal coronavirus. Il recovery fund è lo strumento individuato dalla Commissione Europea per rilanciare le economie dei Paesi membri a sostegno della ripresa economica, per proteggere l'occupazione e creare nuovi posti di lavoro. La riuscita del recovery fund in Italia dipenderà anche dall'efficienza della spesa pubblica, che passa necessariamente attraverso la riforma della Pubblica amministrazione. Il più grande timore della Commissione Europea è che l'Italia non riesca a spendere i 209 miliardi di euro assegnatele, per rilanciare la propria economia interna. Alcuni economisti hanno lanciato l'allarme sulla possibilità che gran parte delle risorse messe a disposizione dell'Italia possano non essere utilizzate, individuando nella pubblica amministrazione il più grande ostacolo per la riuscita del piano di ripresa economica. Parte delle risorse provenienti dal recovery fund saranno, presumibilmente, destinate alla promozione della trasformazione digitale, dell'innovazione, della competitività e cultura, della rivoluzione verde e transizione ecologica, delle infrastrutture per una mobilità sostenibile, dell'istruzione e ricerca, dell'inclusione e coesione, e infine nel comparto salute. Quest'ultimo dovrebbe finalmente, diventare un settore più che strategico per l'Italia e il recovery fund può trasformarsi in un'occasione propizia per risolvere gli annosi problemi da sempre esistenti. Si auspica che ingenti risorse vengano destinate per il rafforzamento della medicina territoriale e la telemedicina. La possibilità di farsi visitare da lontano è una necessità per tutte le persone che vivono in luoghi isolati oppure hanno problemi di trasporto o deambulazione, oppure in situazioni straordinarie come il lockdown. Nella stessa direzione vanno la tele-assistenza, la tele-infermieristica e la tele-ostetricia. Le risorse provenienti dal recovery fund dovrebbero anche servire per l'ammodernamento dell'edilizia sanitaria. Tali investimenti appaiono necessari per cambiare in maniera radicale, il volto del sistema sanitario italiano e garantire in maniera adeguata, il diritto universale alla salute.

Si può decisamente affermare che il recovery fund può rappresentare un'occasione unica ed irripetibile per invertire la rotta dell'economia, rendendola moderna, più forte e attrezzata per sostenere e incentivare le imprese italiane del terzo millennio.

Conclusioni

La pandemia e i conseguenti periodi di lock-down ci hanno insegnato che la normalità ha perso il suo valore ed è difficile immaginare un ritorno al vecchio mondo.

Durante la crisi è stata evidente l'importanza della coesione sociale, della solidarietà necessaria per la vita umana, il ripensamento del ruolo di ognuno all'interno della società e del luogo di lavoro, ad ogni livello. Le organizzazioni sono cambiate con nuovi imperativi: le competenze specialistiche, la sostenibilità e l'ottimizzazione del lavoro nel rispetto delle persone e della loro salute, il ritorno a valori sociali forti, il coraggio di abbandonare gli approcci di breve periodo e del risultato a tutti i costi, la creatività maturata in un ambiente di lavoro positivo per tutti, una condotta ispirata alla legalità e all'etica, ecc.

Sarà difficile capire come superare l'incertezza quotidiana ma siamo convinti che emergeranno uomini e donne che dimostreranno non solo resilienza ma sapranno unire innovazione e tradizione, cioè la storia che ha permesso di evolversi e arrivare a oggi. Coniugando le nuove parole chiave essi dimostreranno la capacità di adattamento, di concepire una visione di lungo periodo e di sostenerla con politiche dal volto umano.

Le aree su cui concentrare gli investimenti sono l'innovazione dei processi e dei prodotti, quelli per la gestione dei dati, prevenzione e gestione dei rischi, per la mitigazione dei danni dovuti ai cambiamenti climatici, la transizione energetica, la transizione digitale, l'economia circolare, la semplificazione amministrativa delle organizzazioni, la nuova fiscalità coniugata con l'efficienza della spesa pubblica,  la corretta analisi e tempestiva disponibilità dei flussi informativi per le decisioni, nonché la loro sostenibilità. Il ruolo pubblico sarà fondamentale nel sostenere con le agevolazioni i cardini per lo sviluppo e la coesione sociale, non più solo capitale a fondo perduto ma una più larga diffusione dell'assicurazione che può diventare lo strumento per aiutare a selezionare i progetti sostenibili, affiancare la loro realizzazione con la protezione dei rischi e la ripresa dopo eventi avversi. Il mercato assicurativo ha un compito oneroso da svolgere. Lo stesso ha sempre dimostrato non solo resilienza ma anche capacità di sostenere politiche di sviluppo di lungo periodo.

Si apre davanti a noi tutti una nuova fase della nostra esistenza che richiede di crescere insieme e di avere maggiore fiducia e rispetto reciproco. Siamo chiamati a fornire il nostro contributo, mettendo in gioco i valori ai quali crediamo, con l'intento di costruire un futuro migliore fondato sulla dedizione al lavoro e alla propria comunità.


[*] Rispettivamente Responsabile dei Rapporti con Enti e Istituzioni del Sindacato Nazionale delle Professionalità Assicurative (SNFIA) e Iscritto al Sindacato SNFIA. Le opinioni degli autori non impegnano ne sono espressione dell'indirizzo dell'Istituto di appartenenza.

[1] Vedi Intervista a Fabiana Dadone, Ministra per la Pubblica Amministrazione – SMART WORKING una sfida che proietta la PA nel futuro - di Massimiliano Cannata. Notiziario SNFIA Aprile 2020 al link https://www.snfia.it/wp-content/uploads/NS-speciale-20200415.pdf e Aziende imparate la lezione, lo smart working è lo strumento del futuro di Domenico De Masi in Notiziario SNFIA Aprile 2020 al link https://www.snfia.it/wp-content/uploads/NS-speciale-20200416.pdf .

[2] Durante la pandemia sono emersi nuovi rischi legati a potenziali problemi di salute mentale dei lavoratori, dovuti ad ansia, stress, depressione, ecc., che potrebbero rendere non ottimali, il benessere, la produttività e il contributo delle persone all'azienda.

[3] Vedi il webminar ANRA "Assicurazioni del credito: la Convenzione Sace come esempio di collaborazione pubblico – privato" al link https://www.anra.it/ .

[4] Vedi al link https://www.sace.it/coronavirus/garanzia-italia .

[5] Vedi al link: https://www.itinerariprevidenziali.it/site/home/eventi/eventi-2021/convegno-di-primavera.html .

[6] Vedi al link:   https://www.tempofinanziario.it/archivio-news/lemozione-la-fiducia-il-lavoro-e-il-welfare-al-tempo-di-covid-19 .

[7] Vedi, Lavorare con il futuro. Idee e strumenti per governare l'incertezza. Roberto Poli – EGEA 2019.

[8] Vedi Massimiliano Cannata, Riscopriamo l'etica pubblica per uscire dalla crisi, www.leurispes.it, 26 giugno 2020.

[9] L'attrazione, il mantenimento e il coinvolgimento dei talenti richiedono un percorso di crescita di opportunità a sostegno e motivazione delle necessarie esigenze dei lavoratori.

[10] Vedi al link: https://jahc.eu/risk-management/jahc2102-001/?pdf=5541 .

[11] Vedi IVASS le prime misure nel mercato assicurativo per l'emergenza da Covid-19 di Carmine D'Antonio e Romeo Lelli in Notiziario SNFIA Aprile 2020 al link https://www.snfia.it/wp-content/uploads/NS-speciale-20200421.pdf .

[12] Vedi al link: https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/temi-discussione/2021/2021-1322/index.html?com.dotmarketing.htmlpage.language=102 .

[13] Le analisi fanno riferimento ai dati riportati al seguente link: https://www.ivass.it/pubblicazioni-e-statistiche/statistiche/bollettino-statistico/2020/n-17/index.html .

[14] Vedi pag. 14 al link: https://www.ivass.it/pubblicazioni-e-statistiche/statistiche/bollettino-statistico/2020/n-17/index.html .

[15] Vedi al link https://www.ivass.it/pubblicazioni-e-statistiche/statistiche/bollettino-statistico/2021/n_4_2021/Bollettino_IPER_2020_4.pdf

[16] Per gli strumenti assicurativi di base per ogni necessità vedi http://www.quellocheconta.gov.it/it/strumenti/assicurativi/ .

[17] La strada migliore da percorrere per maggiori riflessioni deriva da un approccio strutturale che utilizza un'attenta modellazione teorica per sfruttare la ricchezza dei dati sul fenomeno del contenzioso r.c. auto.

[18] Vedi Daniele Franco, Il ruolo dell'assicurazione per la crescita e l'efficienza, Intervento del Presidente dell'IVASS all'Assemblea annuale dell'ANIA, Roma 19 ottobre 2020.