La Rivista
2020
N° 1 - 2 Gennaio - Giugno 2020
L'evoluzione incerta delle PMI
19/Aprile/2019
Attualità economiche sociali

di Mariana D'Ovidio

La quarta edizione del Rapporto PMI Centro-Nord, curato da Confindustria e Cerved, sintetizza lo stato di salute e le prospettive a breve e medio termine delle PMI di capitali (tra 10 e 250 addetti), che operano nelle regioni più sviluppate del Paese. Si tratta di un gruppo molto rappresentativo, ben l'80% del totale delle imprese di capitali italiane, oltre 122 mila imprese.

Vantando 750 miliardi di euro di fatturato, circa 3milioni e 300 mila occupati, e 180 miliardi di euro di valore aggiunto, queste imprese valgono oltre il 10% del PIL italiano.

Fino al 2017, il trend di crescita delle PMI del Centro-Nord aveva registrato una decisa accelerazione, con una piena uscita dalla crisi, pur mostrando grandi differenze tra le Regioni esaminate. Purtroppo, però, questo clima di festa viene immediatamente smorzato da importanti campanelli d'allarme, suonati da diversi indicatori che, partendo dal 2018 indica una frenata molto brusca, soprattutto nelle previsioni 2019-2020. Le stime, infatti, confermano il rallentamento dei principali indici di bilancio. 

Le imprese che si trovano in questa area geografica, già da 5 anni,  hanno conti economici in buona salute. Per il quinto anno consecutivo, i ricavi delle PMI del Centro Nord sono in crescita. L'intensità risulta leggermente più elevata al Nord (5,7%) rispetto al Centro (4,6%). Anche la redditività lorda è buona: il Nord-Est si conferma l'area più dinamica (con un MOL cresciuto del 4,6% nel 2017), seguito dal Nord-Ovest (+4,2%), mentre più contenuta è la crescita dei margini nelle regioni del Centro (+2,2%). Nonostante il recupero degli ultimi 5 anni, il divario con i livelli di redditività lorda pre-crisi rimane significativo: il gap è particolarmente ampio nelle regioni del Centro (-37,6%), mentre è più ridotto, ma sempre molto evidente nel Nord-Ovest (-23,5%) e nel Nord-Est (-12,7%).

Guardando al fatturato, gli utili tornano oltre i livelli pre-crisi (5,2% del fatturato nel Nord, 4,4% al Centro), grazie soprattutto al minor peso degli oneri finanziari.

I debiti finanziari risultano significativamente più sostenibili, essendo pari a poco più del 60% del capitale investito nelle regioni del Nord e all'80% nel Centro, con livelli molto distanti da quelli del 2007, quando i debiti superavano abbondantemente il capitale netto. Debito più sostenibile significa anche migliore affidabilità creditizia: nel 2018, le PMI sicure o solvibili sono oltre il 70% nel Nord, e poco meno del 60% al Centro. 

La Lombardia si conferma la regione con i numeri assoluti più consistenti; in miglioramento, sono i risultati delle PMI del Centro: Umbria e Lazio sono le uniche due regioni in cui il livello del fatturato è ancora inferiore ai livelli del 2007.

Ma, se fino al 2017 gli indicatori monitorati nel Rapporto indicavano una tendenza al miglioramento, gli ultimi mesi del 2018 vedono suonare alcuni primi, significativi campanelli di allarme per le PMI del Centro-Nord, peraltro in maniera non uniforme sul territorio.

Nel Nord-Ovest tornano, infatti, ad aumentare i fallimenti e le liquidazioni volontarie, che crescono anche nel Centro. Dopo 5 anni, si allungano i tempi di pagamento, con situazioni di maggiori difficoltà nel Lazio e in Umbria.

Le stime sull'andamento dei principali indicatori di bilancio per il 2018 confermano la frenata: in tutte le aree monitorate, rallenta significativamente la crescita del fatturato, del valore aggiunto, del MOL. Tale frenata rischia peraltro di non essere di breve durata: nel 2019, la crescita di fatturato delle PMI analizzate dovrebbe dimezzarsi, con conseguenze evidenti sulla redditività.

Cosa fare per evitare un ulteriore peggioramento? Tre le soluzioni proposte: la capitalizzazione e la crescita dimensionale; l'apertura del capitale aziendale; la propensione all'esportazione. A ciò si aggiunge, ovviamente, la necessità di una cultura d'impresa che torni a considerare le imprese, soprattutto le PMI,  come il principale motore del benessere e della ricchezza del Paese.