La Rivista
2020
N° 1 - 2 Gennaio - Giugno 2020
Le Sardine nella rete della realtà.
17/Gennaio/2020
Attualità economiche sociali

dì Lorenzo Guidantoni

E' singolare come il vocabolario descriva la vita della sardina: "specie pelagica abituata a vivere in branco, in mare aperto e senza alcun contatto con il fondale"

Questa identificazione ci consente di dare interpretazione e sostanza ad alcune idee che riguardano il secondo movimento venutosi a creare in Italia attraverso il web: una aggregazione  apartitica spontanea, nata fondamentalmente contro il "salvinismo", e da molte parti accusata per la sua scarsa aderenza alla realtà.

Il superamento dei problemi più complessi attraverso la sola "buona intenzione", nella volontaria ignoranza dalle articolate dinamiche che coinvolgono l'Italia, sembra infatti una delle palesi criticità del movimento, troppo lontano da quel fondale metaforico e paludoso in cui si muove la politica, altra entità storicamente animata da specie ittiche e anfibie di ogni tipo: dallo "Squalo" Vittorio Sbardella, al "Caimano" Silvio Berlusconi, fino al "Capitone" Matteo Salvini, soprannome che spopola fra i suoi detrattori.

Per  tutte le sardine che abbiano iniziato a nuotare nella speranza di ricostituire un'etica del dibattito pubblico, a loro modo di vedere corrotta dalla narrazione della stampa mainstream - che pure oggi li ospita assiduamente - e da quella del leader leghista,  il rischio di inciampare è altissimo.

"Il sogno", che come tale dovrebbe avere un termine fissato, si sta perdendo nel raggiungimento di obiettivi sempre nuovi e fumosi, dalle politiche migratorie a quelle del lavoro, iniziando ad essere visto con sospetto non solo dall'avverso mondo della destra, ma anche da gran parte di quel centrosinistra dal quale i suoi leader dichiarano di provenire culturalmente, senza però accettarne cappelli.

Le sardine stanno finendo nella spietata rete della realtà? Probabilmente si.

A riprova del rischio di isolamento, si registrano le recenti prese distanze di alcuni, noti leader di partito. Da ultimo, Renzi ed i suoi fedelissimi si sono scagliati contro Lorenzo Donnoli, reo di aver espresso pensieri sulle unioni civili poco gradite all'ex premier toscano, che pure li aveva benedetti, come molti altri, all'inizio dell'avventura in quel di Bologna.

Per quanti dichiarino scarsa simpatia verso le sardine, si tratta solo di una questione di tempo: più il movimento si avvicinerà alla melmosa realtà che richiede posizioni, progetti ed indirizzi politici precisi, più andranno scemando le simpatie intorno. Attirati dalla luce dei riflettori proprio come i pesci, le sardine collezionano nemici, strappi interni, divisioni e personalismi di vario tipo, trovando nel nemico giurato il solo collante capace di tenerli insieme, sorvolando sulle richieste ancora  non soddisfatte di questo nuovo esecutivo, vedi alla voce decreti sicurezza.

La domanda di fondo è: se le sardine sono un ottimo termometro per la vivacità della nostra democrazia, quanto possono ancora durare?

Decisi a non costituirsi come Partito, impreparati e non sufficientemente strutturati per porsi come interlocutori della politica, la sensazione è che ogni giorno di più si stiano per trasformare in una simpatica macchia di colore dentro il grande oceano democratico, dove i pesci più mostruosi si celano al buio, sul fondale, piuttosto disinteressati a ciò che succede appena sotto al pelo dell'acqua.