La Rivista
2020
N° 1 - 2 Gennaio - Giugno 2020
Il girotondo del decreto "sblocca cantieri"
13/Maggio/2019
Attualità economiche sociali

di Lorenzo Guidantoni

Nelle audizioni sullo "sblocca cantieri " si sono riproposte in una sola volta tutte le criticità del decreto: dalla difficoltà di calibrare velocità d'esecuzione e rispetto della legalità nell'affidamento degli appalti, alle diverse esigenze delle associazioni – non sempre coniugabili - oltre ad attualissimi strappi politici, con l'Anac che non ha partecipato al tavolo, ufficialmente per l'indisponibilità del Presidente, Raffaele Cantone, ad essere presente.

La Corte dei Conti individua uno degli anelli deboli dello "sblocca cantieri" nell'affidamento diretto per lavori che siano sotto la soglia dei 40.000 euro, il cui numero, troppo elevato, minerebbe il principio di libera concorrenza. 

 Sull'affidamento diretto andrebbe aggiunto anche il problema delle mafie, le cui pressioni, soprattutto nei piccoli comuni, rischiano di regalare centinaia di milioni di euro ad aziende quanto meno sospette, senza alcuna possibilità di controllo.

Proprio su questo l'ANCE si sofferma in una riflessione che, traslata sulle opere di maggiore impatto e spesa, trova soluzione nel "modello Genova", con un Commissario in grado di derogare tutte le procedure di appalto previste dal contestato Codice.

Se Confcommercio e Confartigianato si pronunciano in modo tutto sommato favorevoleverso il decreto, la posizione del CNA è critica - ma quanto meno di parte - quando pretende l'esclusione delle PMI dalle gare di appalto. Alleanza Coop si dichiara preoccupata dal ritorno del "massimo ribasso", altro tema su cui le mafie potrebbero indubbiamente lucrare. In questo senso, Cgil, Cisl e Uil, si dichiarano preoccupati proprio del ridimensionamento dell'Anac e dei controlli necessari ad assicurare legalità. Nell'ambito dell'impatto economico del decreto, i sindacati, ancora una volta, non perdono occasione per esprimere un parere sull'operato del Governo,  denunciando la mancanza di una politica industriale che sostenga la ripresa delle opere pubbliche, settore nel quale il decreto sarebbe solo un piccolo – seppur utile -  ingranaggio, in una macchina a cui, però, rischia di non funzionare più il motore, con aziende in difficoltà ed investimenti che arrivano con il contagocce, a causa della scarsa fiducia nelle attuali politiche.

Ma il nodo centrale di queste audizioni, ben oltre il tema politico, rimane quello di accelerare le modalità di affidamento ed esecuzione dei lavori, mantenendo dei filtri di controllo che rischiano di mancare in alcune procedure essenziali, facendo un salto negli eccessi tipicamente italiano: da un estremo (Codice degli Appalti), all'altro (affidamenti diretti, massimo ribasso), dentro ad un problema in cui la tempistica è elemento essenziale per iniziare a far ripartire l'economia, attraverso le opere pubbliche.

Confindustria chiude il cerchio delle audizioni sintetizzando il problema in pochi, chiari punti:"lo "sblocca cantieri" sarà una positiva novità se le misure saranno semplici ed efficaci, ma anche attuabili a stretto giro". Rimarcando la necessità di rapidità d'esecuzione, Confindustria richiama l'urgenza di nominare i discussi Commissari e fornire strutture - oltre che regole -  capaci di individuare le opere più urgenti, sulle quali intervenire immediatamente, tutelando l'indotto nelle crisi aziendali createsi negli ultimi anni.

Tutti, essendo attori di buon senso, sono d'accordo sulla necessità di fare. Nel rilevare lo stallo in cui siamo, però, c'è da registrare un "velo politico" che si alzerà probabilmente dopo le elezioni di fine maggio. E' auspicabile che sia così, per cullare almeno la speranza di un punto d'arrivo e di una definitiva partenza.