La Rivista
2020
N° 1 - 2 Gennaio - Giugno 2020
10 ANNI DALLA NASCITA DELL'OAM
09/Giugno/2022
Archivio News

di Francesco Alfonso, Presidente dell'OAM

La celebrazione del decennale dell'istituzione dell'Organismo Agenti e Mediatori vuole ricordare una data importante nei progressi effettuati nel nostro Paese in tema di tutela dei diritti dei consumatori nel settore dell'intermediazione creditizia: il 30 giugno del 2012 venivano aperti gli Elenchi degli Agenti in attività finanziaria e dei Mediatori creditizi, gestiti dall'OAM, associazione costituita il 12 dicembre del 2011.

Prevista dal D.lgs. n.141/2010, la nascita dell'OAM costituiva il punto di arrivo di una riforma, fortemente voluta dal Ministero dell'Economia e delle Finanze e dalla Banca d'Italia, introdotta dal legislatore con il recepimento della Direttiva 2008/48/CE relativa ai contratti di credito ai consumatori, la prima Direttiva sul credito al consumo.

Questo convegno non vuole tuttavia essere autocelebrativo: serve piuttosto a ricordare da dove siamo partiti, quanto è stato fatto e, soprattutto, quali passi occorra intraprendere affinché si rafforzi ulteriormente la fiducia dei cittadini nei confronti degli intermediari creditizi. 

IL MERCATO DELL'INTERMEDIAZIONE CREDITIZIA PRIMA DELL'ENTRATA IN VIGORE DEL D.LGS 141/2010

È utile ricorrere ai numeri per rendere plasticamente gli effetti della riforma del 2010. Alla fine di quell'anno risultavano iscritti presso l'Ufficio Italiano dei Cambi quasi 64 mila Agenti in attività finanziaria e circa 127 mila Mediatori creditizi: una moltitudine le cui fila si erano vertiginosamente ingrossate a partire dal 2002, quando le due categorie contavano complessivamente 20 mila iscritti.

Mario Draghi, all'epoca Governatore della Banca d'Italia, definì nel 2008, di fronte alle Commissioni riunite Affari costituzionali e Giustizia del Senato, il numero di Agenti e Mediatori "spropositato", dalle "dimensioni preoccupanti". Era forte l'allarme sociale per l'elevata incidenza dell'abusivismo finanziario, accompagnata da violazioni della normativa antiriciclaggio e da frodi. Il legislatore, sfruttando le opportunità offerte dalla prima Direttiva sul credito al consumo, che poneva al centro delle regole l'interesse del consumatore, fissò l'obiettivo di assicurare adeguati livelli di qualità del servizio fornito dagli intermediari del credito.

L'AZIONE DELL'OAM E LE NUOVE COMPETENZE

Senza entrare nel dettaglio di una normativa che voi tutti ben conoscete, ricordo quali furono gli strumenti prescelti per raggiungere le finalità perseguite: forme di controllo più incisive rispetto a quelle precedenti, sia sotto il profilo dell'accesso alla professione (tramite l'accertamento del possesso di stringenti requisiti di onorabilità e di professionalità), sia nello svolgimento dell'attività; istituzione di un Organismo, i cui costi non gravassero sulla finanza pubblica, costituito dalle associazioni di categoria di Mediatori e Agenti, nonché delle banche e degli intermediari finanziari; stipula, da parte di Mediatori creditizi e Agenti in attività finanziaria, di una polizza assicurativa per responsabilità professionale.

A fine 2013, anno nel corso del quale l'attività dell'Organismo era pienamente entrata a regime, gli iscritti, tra Agenti e Mediatori, risultavano poco meno di 10 mila, ai quali si aggiungevano circa 8 mila collaboratori. Tali dati indicano che il primo obiettivo della riforma, quello di una selezione ‘qualitativa' degli operatori, era stato raggiunto.

Non ci sfugge che in parallelo con la drastica riduzione del numero degli operatori regolarmente iscritti (da 190 mila nel 2010 a 10 mila nel 2013) possa essere cresciuta un'area di illegalità: l'Organismo, sin dalla sua costituzione, si è costantemente impegnato contro l'abusivismo finanziario, così come analogo impegno è stato profuso da tutte le associazioni partecipanti all'OAM. Oggi il numero di iscritti agli Elenchi di Agenti e Mediatori è nuovamente aumentato, ma con una crescita ordinata e rispettosa delle regole. Da parte nostra, abbiamo intrapreso con decisione la strada di costituirci parte civile nei processi contro soggetti imputati di abusivismo finanziario: è una scelta che sta dando i suoi frutti, perché le Procure iniziano a prestare attenzione al fenomeno, riconoscendo il ruolo svolto dall'Organismo.

Nel 2017 il legislatore ha riconosciuto all'Organismo la possibilità di comminare sanzioni pecuniarie, graduate sulla gravità e sulla durata dei comportamenti degli iscritti. Tale scelta ha reso più efficiente l'utilizzo dello strumento sanzionatorio, prima limitato alla sospensione o alla cancellazione, e ha rafforzato il ruolo dell'OAM quale Autorità di controllo nel mercato di riferimento.

La strategia attuata dall'Organismo ha prodotto risultati positivi: negli anni si è progressivamente innalzato il grado di aderenza dei comportamenti degli intermediari del credito alle regole esistenti. Sono obiettivi raggiunti grazie anche alla proficua collaborazione avviata sin dal 2013 con l'Enasarco, e successivamente, con la Guardia di Finanza, ai quali vanno i miei più sentiti ringraziamenti.

È tuttavia lecito domandarsi se non sia giunto il momento di introdurre ulteriori strumenti sanzionatori: all'Organismo potrebbe essere riconosciuto il potere di comminare sanzioni amministrative, rendendo a esempio pubblici, anche in via cautelare, i nominativi di coloro che non sono autorizzati allo svolgimento dell'attività riservata, ordinando agli stessi di porre termine alla violazione.

Simili strumenti renderebbero più veloce ed efficiente la battaglia contro l'abusivismo: tale fenomeno, del resto, non è solo un reato, ma ostacola e falsa la concorrenza, danneggiando i consumatori e gli intermediari del credito rispettosi delle regole.

Nel corso di questo decennio l'OAM ha svolto la sua azione di vigilanza nei confronti degli intermediari del credito con l'obiettivo di stimolare, da parte degli iscritti, comportamenti conformi alle regole, facendo ampio ricorso allo strumento della raccomandazione. L'opzione della moral suasion non vuole rappresentare in alcun modo una rinuncia, da parte dell'Organismo, all'utilizzo di strumenti sanzionatori ove si rendano necessari: ad essi è invece complementare la moral suasion, nell'ambito di un unico presidio a tutela dei consumatori e del mercato.

 La Vigilanza dell'OAM nei confronti degli iscritti rappresenta una funzione fondamentale a tutela dell'intero mercato del credito. Banche e società finanziarie che erogano i finanziamenti sono soggette a regole specifiche, ma se ricorrono a reti terze diventano responsabili dei comportamenti dei singoli intermediari del credito: comportamenti scorretti da parte di chi propone il contratto di credito possono avere effetti reputazionali negativi sull'intera catena. Quando ciò accade si mette a rischio la fiducia del consumatore nel corretto funzionamento del mercato.

Dal momento della sua istituzione a oggi le competenze dell'Organismo (trasformatosi nel frattempo da Associazione in Fondazione di diritto privato) sono state progressivamente ampliate dal legislatore: si può cogliere in questo anche un segnale di riconoscimento del lavoro svolto dall'OAM nei suoi settori tradizionali. Al compito della gestione degli iscritti agli Elenchi si è aggiunto quello della gestione del Registro dei Cambiavalute, del Registro dei Compro oro, e più recentemente del Registro degli operatori in criptovalute, operativo dal 16 maggio scorso. Con quest'ultimo registro l'OAM assume un ruolo centrale in un mercato in forte espansione.

Come noto, l'Organismo è finanziato dai contributi annuali degli iscritti: in questo decennio abbiamo adottato politiche di spesa rigorose, in grado di coniugare l'efficienza dell'azione della struttura con l'obiettivo di non pesare eccessivamente sui bilanci delle categorie di riferimento. E in ogni caso l'OAM pone particolare attenzione a che i costi relativi alla gestione dei nuovi Registri assegnatici non abbiano a gravare sulle Partecipanti originarie.

Nel cammino fin qui compiuto siamo stati accompagnati dalla Banca d'Italia con una vigilanza attenta e proattiva: ai rappresentanti della Banca centrale va il ringraziamento mio e di tutto il Comitato di Gestione.

Analogo ringraziamento va al Ministero dell'Economia e delle Finanze, che in questo decennio ha svolto una supervisione collaborativa con l'Organismo: tale confronto costruttivo ha agevolato nel concreto l'azione dell'Organismo stesso, in particolare in occasione delle modifiche normative che si sono succedute nel tempo.

LE PROSPETTIVE FUTURE E LA NUOVA DIRETTIVA EUROPEA SUL CREDITO AL CONSUMO

A dieci anni dall'entrata in vigore della riforma, il settore degli intermediari del credito si è consolidato, tanto da superare la crisi economica, senza precedenti, innescata dalla pandemia: gli iscritti sono aumentati anche nel 2021, ed è cresciuto di anno in anno il numero dei collaboratori.

Questo bilancio positivo non ci esime, tuttavia, dall'obbligo di avviare una riflessione comune, per comprendere se il quadro normativo attuale sia adeguato a fronteggiare i profondi cambiamenti in atto. Viviamo in un mondo che cambia velocemente; le realtà Fintech stanno crescendo vertiginosamente: secondo gli ultimi dati diffusi da Italia Fintech, che raggruppa alcuni dei principali attori del comparto, il 2021 ha registrato un significativo aumento dei finanziamenti erogati nel comparto, con volumi pari a 3,7 miliardi di euro, più che raddoppiati rispetto agli 1,8 miliardi di crediti erogati nel 2020. L'incremento del settore fintech è confermato inoltre dall'aumento del numero di imprese finanziate, che è passato da 5.970 nel 2020 a 12.278 nel 2021.

La recente Relazione della Banca d'Italia ha sottolineato come l'erogazione di prestiti attraverso canali digitali non bancari sia in espansione, anche per le conseguenze determinate dalla crisi pandemica; tuttavia, il peso complessivo del credito erogato attraverso piattaforme digitali non bancarie è ancora contenuto, rappresentando nel 2020 meno dell'1 per cento del valore complessivo dei prestiti concessi dal settore finanziario, in Italia e negli altri principali paesi europei.

La digitalizzazione sta imponendo cambiamenti all'intera industria bancaria: in base ai dati di via Nazionale, l'erogazione di prestiti attraverso la rete internet è in aumento, e interessa soprattutto l'offerta di credito con breve durata (al di sotto dei tre anni) e di importo contenuto, come nel caso del credito al consumo per le famiglie e della cessione di fatture per le imprese. Nel 2021 il 44 per cento delle banche offriva prestiti mediante canali digitali per le famiglie (il 25 per cento delle banche analoghi prestiti per le imprese).

Parallelamente nel 2021 le banche hanno continuato a riorganizzare la rete degli sportelli e i canali distributivi, al fine di razionalizzare la propria articolazione territoriale: il numero dei dipendenti e quello degli sportelli sono rispettivamente diminuiti del 2 e dell'8 per cento; dal 2012. In un decennio il calo dei dipendenti è stato del 13 per cento, quello degli sportelli del 34 per cento: le banche hanno cioè ridotto di un terzo il numero dei propri sportelli. A fronte della riduzione del numero di sportelli è aumentato l'utilizzo delle reti terze.

Sulla base degli ultimi dati disponibili per il confronto con gli altri principali paesi europei, riferiti al 2020, il numero medio di abitanti per sportello è salito a oltre 2.500, un valore intermedio tra quello di Francia e Spagna (circa 2.100) e quello della Germania (superiore a 3.400).

Oggi, così come avvenne nel 2010, con la prima Direttiva sul credito al consumo, è l'Unione europea a offrirci l'opportunità di una revisione delle regole esistenti: nel giugno dello scorso anno la Commissione ha presentato una nuova proposta di Direttiva sul credito al consumo, che deve ancora essere approvata dal Consiglio e dal Parlamento europeo. Il recepimento di quella Direttiva potrà costituire, come avvenne per la prima Direttiva, l'occasione per fare un accurato ‘tagliando' al D.lgs. 141, tenendo conto delle trasformazioni intervenute e in atto.

Il ‘passaporto europeo', che è diventato realtà in Italia solo da pochi mesi, sta evidenziando profonde diversità normative all'interno dei singoli Paesi europei. È indispensabile, e non solo nel settore dei mutui, individuare un modello operativo comune per evitare che la concorrenza transfrontaliera metta fuori gioco gli operatori italiani: il tema del level playing field non può essere eluso.

L'Organismo pone grande attenzione all'innovazione tecnologica: il mercato, per funzionare bene, deve garantire parità di regole, a prescindere dagli strumenti utilizzati per intercettare i consumatori.

Le possibilità offerte dall'intelligenza artificiale delineano nuovi modelli di business e rappresentano una sfida per l'intera filiera del credito. Occorre però che la competizione avvenga ad armi pari. Dell'innovazione tecnologica e finanziaria non bisogna avere paura, ma è necessario governarla, per far sì che i diritti dei consumatori siano sempre garantiti.  Né si deve immaginare un futuro in cui l'intelligenza artificiale scelga a chi dare credito e a quali condizioni, senza che sia la mente umana a compiere la scelta definitiva.

Oggi anche i consumatori più digitalizzati hanno ancora bisogno di un punto di contatto umano: una recente ricerca effettuata dall'OAM mostra che proprio la clientela più ‘digitale' ricorre maggiormente agli Agenti in attività finanziaria, piuttosto che recarsi a uno sportello bancario.

In questo contesto, caratterizzato da un'innovazione finanziaria che cambia velocemente il mercato, si impone una riflessione sull'attualità delle regole vigenti per Mediatori creditizi e Agenti in attività finanziaria, pensate 10 anni fa.

Mentre grazie alle realtà Fintech si affermano nuovi modelli di intermediazione, è essenziale, proprio a tutela dei consumatori, aprire una riflessione sul ruolo degli intermediari del credito. Ampliare il loro perimetro di azione a forme di finanziamento rivolte ai consumatori, come il crowdfunding, offrirebbe ai consumatori ulteriori garanzie in termini di trasparenza. Analogamente, si potrebbe ipotizzare un ruolo di Agenti e Mediatori anche nei confronti dei Fondi di credito che, al di fuori del circuito bancario, offrono finanziamenti alle piccole e medie imprese.

L'evoluzione tecnologica nel settore finanziario pone, infine, con forza il tema della parità delle regole previste per soggetti diversi che svolgono attività analoghe: è il caso delle piattaforme di comparazione che permettono di "confrontare" le condizioni proposte per i prodotti finanziari da parte di più intermediari. Queste piattaforme potenzialmente possono aiutare il consumatore nella scelta del prodotto che più si adatta alle sue necessità, mettendolo in contatto con l'intermediario individuato: occorrerebbe quindi che tali realtà venissero assoggettate alla disciplina prevista per gli intermediari del credito, con conseguente vigilanza sulle stesse da parte dell'Organismo.

L'affermarsi dell'industria Fintech impone anche l'esigenza di incentivare l'ingresso di ‘nativi digitali' nella professione degli intermediari del credito. Servono giovani in grado di cogliere appieno le potenzialità insite nell'innovazione finanziaria. Come OAM abbiamo fatto la nostra parte, decidendo, per l'anno in corso, di esentare dal pagamento del contributo iscritti e collaboratori under 30.

La riduzione degli oneri per gli iscritti e i collaboratori più giovani va anche affiancata dalla previsione di un percorso di inserimento ad hoc: si tratta di agevolare l'ingresso nella professione di soggetti che abbiano svolto un tirocinio professionale, affiancati da un tutor. In questo modo si permetterebbe ai futuri collaboratori e dipendenti di effettuare un'esperienza sul campo e di acquisire, attraverso tale esperienza, i requisiti abilitativi.

L'introduzione del praticantato stimolerebbe il mercato, consentendo l'ingresso nel mondo degli intermediari del credito di risorse che hanno già maturato una rilevante esperienza.

Analogamente è bene interrogarsi sul rischio che criteri eccessivamente rigidi per l'assunzione di ruoli apicali nelle società di intermediazione creditizia scoraggino lo spirito imprenditoriale dei più giovani, rappresentando così un'invalicabile barriera all'ingresso.

La proposta di Direttiva ci offre anche lo spunto per valutare se sia opportuno rafforzare i poteri di vigilanza dell'Organismo, che deve costituire il baluardo contro comportamenti lesivi degli interessi dei consumatori.

La capacità ispettiva dell'OAM sarebbe rafforzata se avessimo la possibilità di ottenere informazioni non solo dagli iscritti, ma anche dagli intermediari finanziari, da altre Autorità di vigilanza, pubbliche amministrazioni o soggetti non iscritti, comunque collegati all'attività di vigilanza su soggetti iscritti.

 Nell'ambito delle proprie attività di vigilanza, l'OAM ha del resto riscontrato più volte condotte non conformi alla normativa di settore poste in essere direttamente da collaboratori. All'Organismo dovrebbe essere dato il potere di verificare in modo stringente la conformità delle condotte dei collaboratori al quadro normativo. Reputo imprescindibile estendere le potestà sanzionatorie dell'Organismo anche ai collaboratori che operano direttamente a contatto del pubblico per conto di Agenti e Mediatori, prevedendo per l'OAM la possibilità di comminare sanzioni a coloro che non rispettano le regole. Diversamente una cospicua ‘fetta' dei rapporti con la clientela rimarrebbe senza presidi a tutto danno dei consumatori.

Non credo che sia prematuro iniziare a ragionare su questi temi in un'ottica sempre più europea: occorre ricordare che nella legislazione comunitaria la figura dell'intermediario del credito, senza ulteriori distinzioni, è l'unico riferimento delle regole a tutela dei consumatori. Se davvero si vuole creare un mercato unico europeo degli intermediari del credito, al passo con i tempi e con l'evoluzione tecnologica, è essenziale riflettere sulle differenze delle figure professionali tra i singoli Paesi, con l'obiettivo di verificare se il modello italiano sia quello più adatto ad affrontare le future sfide competitive.

Al di là dei tempi di recepimento che verranno fissati dalla Direttiva, auspico che il legislatore sia pronto a cogliere gli spazi che il nuovo quadro normativo offrirà ai singoli Paesi, consci che ogni modifica normativa in grado di innalzare il livello di tutela dei consumatori contribuisce a uno sviluppo del mercato del credito competitivo, sano e trasparente.

La guerra in corso nel cuore dell'Europa rischia di infrangere il sogno di una pace duratura, dopo le macerie causate dal secondo conflitto mondiale, e di mettere in crisi equilibri economici internazionali consolidati.

L'economia italiana sta fortemente risentendo del conflitto in atto: come sottolineato nei giorni scorsi dal Governatore della Banca d'Italia, la crescita del Pil per l'anno in corso e per il 2023 potrebbe risultare inferiore di 2 punti rispetto a quanto previsto in precedenza. L'inflazione ha raggiunto livelli che non si vedevano da decenni. Evoluzioni ancora più negative potrebbero verificarsi qualora al prolungarsi del conflitto si sommasse l'interruzione delle forniture di gas dalla Russia.

Il Paese deve affrontare una nuova fase di incertezza; e il singolo fattore che più danneggia gli operatori economici è appunto l'incertezza; questa potrà avere effetti anche sulle nostre categorie di riferimento.

Gli intermediari del credito hanno superato positivamente la recessione innescata dalla pandemia, ma si trovano ora di fronte a nuove sfide.

          Utilizzare la parola ‘fiducia' in questa fase storica sembra quasi un ossimoro; ciononostante nutriamo la fondata speranza (se non proprio la fiducia) che gli Agenti e i Mediatori sapranno fronteggiare adeguatamente l'attuale momento.

L'OAM dal canto suo continuerà a perseguire i suoi obiettivi istituzionali, che si riassumono nella tutela dei consumatori e della parità delle condizioni concorrenziali, anche a salvaguardia della fiducia dei cittadini nel sistema finanziario. La capacità di Agenti in attività finanziaria e Mediatori creditizi di resistere alla crisi degli anni scorsi mostra che la riforma del settore e l'istituzione dell'OAM hanno dato i loro frutti.

L'intendimento mio e di tutto il Comitato di Gestione è quello di proseguire nel perseguimento di tali obiettivi, lungo il solco tracciato dai Comitati che ci hanno preceduto, e in particolare dal mio compianto predecessore, Antonio Catricalà.

Grazie anche all'impegno di tutti i dipendenti dell'OAM, ai quali vanno i miei ringraziamenti per l'impegno quotidiano profuso, ci attrezzeremo ad affrontare le nuove sfide rappresentate dall'evoluzione digitale, dalla crescente internazionalizzazione e dall'attribuzione di nuovi importanti compiti.