La Rivista
2020
N° 1 - 2 Gennaio - Giugno 2020
In fuga da Roma: le aziende che lasciano la Capitale, ma non solo…
29/Aprile/2019
Attualità economiche sociali

Sky, Esso, Opel, Consodata (già Pagine Gialle), Total Erg, Baxalta, Mylan e tante altre realtà si sono trasferite, negli ultimi due anni, da Roma a Milano (nel 90% dei casi) oppure all'estero.

Una vera e propria emorragia di imprese che sta sfibrano il tessuto produttivo  della città, trasformando la Capitale d'Italia in una provincia post industriale.

L'ultimo caso riguarda "Wind Tre" la cui dirigenza ha deciso di far trasferire la sede da Roma a Milano, coinvolgendo 100 lavoratori, di cui 70 donne. La battaglia sindacale è appena iniziata e si fa forte di un piano di ristrutturazione che, almeno inizialmente, non prevedeva alcun trasferimento, ma, si sa, verba volant…

Le amministrazioni capitoline degli ultimi anni non hanno saputo fronteggiare la fuga delle aziende, ma è difficile portare al tavolo delle trattative argomentazioni forti quando la città è ormai troppo lontana dai parametri di innovazione di un mondo industriale ed economico sempre più veloce.

D'altronde, il mercato globalizzato procede secondo le sue regole, migrando fisicamente nei luoghi che meglio sanno raccordare innovazione, mobilità, infrastrutture, vicinanza all'Europa. 

Sullo sfondo di questo quadro, "le autonomie" alle quali Salvini e la Lega anelano da tempo. Secondo  la Camera di Commercio di Roma, la loro attuazione farebbe  perdere un altro 10% del PIL, in collegamento all'ulteriore indebolimento del settore pubblico, vero pilastro dell'economia capitolina.

La città è destinata, di questo passo, ad impoverirsi, dando sempre più contenute possibilità di occupazione ai giovani. 

Si può sempre dire che il mondo è cambiato e non esiste più il "posto fisso", collegato all'ambiente in cui amiamo muoverci, e che è il nostro: niente di più lontano da una cultura italiana che ha sempre visto nella solidità del mattone e il suo primo investimento ed il simbolo di ogni realizzazione.

Uscendo dal raccordo, il problema si allarga a macchia d'olio su tutto il Paese. Uno degli ultimi esempi riguarda la società giapponese Fujitsu, specializzata principalmente nei prodotti informatici, la quale ha recentemente annunciato un ridimensionamento, con un taglio del personale – sul totale di 14 mila dipendenti - che riguarderebbe 1100 unità , con la chiusura di alcune filiali, fra cui quelle italiane. Tra Milano e Roma saranno coinvolti 190 lavoratori, ai quali verrà consegnata una lettera di licenziamento laddove non si riesca ad intervenire in sede sindacale, per un riassorbimento che comunque comporterebbe lo spostamento dei lavoratori nelle sedi che rimarranno aperte fuori dall'Italia.

Le dinamiche, nel micro e nel macro, sono quindi fondamentalmente le stesse: il mercato si muove velocemente, la politica è lenta ma soprattutto impotente di fronte a scelte aziendali con le quali non si può sempre mediare. 

Le opinioni espresse nelle news sono a cura della direzione e non coinvolgono assolutamente i membri del comitato scientifico di Tempo Finanziario.