La Rivista
2020
N° 1 - 2 Gennaio - Giugno 2020
Attacco alla criminalità attraverso etica e sviluppo
29/Ottobre/2018
Attualità economiche sociali

Un panel di relatori di altissimo livello ha animato il dibattito in occasione del Convegno, svoltosi a Milano, il 23 ottobre u.s., su "Costo della Criminalità e tutela delle Imprese", organizzato dalla Banca D'Italia, in collaborazione con l'Associazione Nazionale per lo Studio dei Problemi del Credito.
Nella relazione di apertura, il Direttore della Banca D'Italia, Sede di Milano, Giuseppe Sopranzetti ha sapientemente inquadrato il tema, sviluppando quello relativo alla criminalità organizzata, all'evasione fiscale e alla tutela delle imprese.
La discussione, fortemente impegnata e responsabile, svoltasi tra gli autorevoli discussants, coordinati da Filippo Cucuccio, Direttore Generale dell'ANSPC, ha fatto emergere, da una parte, la rassicurazione per il numeroso pubblico presente circa l'attivo e ben finalizzato impegno della magistratura e delle forze dell'ordine per combattere la criminalità, dall'altra si è levato un grido di allarme per una situazione che pone il nostro Paese non certo in una posizione positiva nel contesto internazionale.
Secondo il Procuratore Antimafia e Antiterrorismo, Federico Cafiero de Raho il business delle mafie, a livello globale, vale 560 miliardi di euro, cifra che in Italia ascende a 30 miliardi (2% del Pil nazionale). Negli ultimi venti anni si sale a 8.300 miliardi a livello mondiale e 400 miliardi nel nostro Paese.
In maniera più specifica, il Procuratore Capo della Procura di Milano, Francesco Greco ha documentato, tra l'altro, che la Lombardia è la terra degli evasori fiscali, essendo pervenute, da questa regione, il 49,07% delle istanze di voluntary disclosure, tradotto, in termini di capitalizzazione, in circa il 47/48% del totale complessivo (circa 60 miliardi di euro).
Di rilievo, sull'incidenza del costo della criminalità verso il mondo produttivo, gli interventi di Antonio Calabrò, Vice Presidente di Assolombarda, che ha richiamato la contrarietà della categoria al condono e quello del Generale C.A. Com. Interregionale GdF, Giuseppe Vicanolo che ha posto in risalto, con dati puntuali, l'efficace azione contro le organizzazioni mafiose.
L'AD del Banco BPM, Giuseppe Castagna, con specifico riferimento ai riflessi sulle imprese, ha lamentato che l'assillante regolamentazione europea crea difficoltà nel fare credito, generando il rischio che il denaro meno regolamentato, attraverso canali paralleli, possa avere sempre crescente spazio.
Il Presidente dell'Associazione Nazionale per lo Studio dei Problemi del Credito (ANSPC), Ercole P. Pellicanò, nella parte finale, oltre ad avere richiamato alcuni passaggi cruciali del dibattito, ha ritenuto opportuno inserire tutto in un contesto più ampio. Egli ha auspicato, oltre all'encomiabile azione di prevenzione e repressione da parte delle forze dell'ordine e della magistratura, la necessità di un innervamento del sistema, nel quale solo attraverso lo sviluppo si può generare un movimento virtuoso che toglie acqua, con una più diffusa eticità, al bacino della criminalità. Senza questo processo, ed in un clima di rischioso depauperamento felice, si trovano giustificazioni ad ottenere risultati e coperture fuori dall'etica: chi ha di più porterà capitali e imprese all'estero; chi ha di meno sarà tentato dal "si salvi chi può", lavorando in nero, contraffacendo bilanci e fatture, rivolgendosi al contrabbando etc.".
Al termine, egli ha ripreso una frase del Presidente Pertini: "Non esiste democrazia senza legalità", per richiamare uno sforzo sistemico contro la malapianta della criminalità.