La Rivista
2020
N° 1 - 2 Gennaio - Giugno 2020
Sud: pioggia di denari, ma per il Ministro c'è una novità.
18/Febbraio/2020
Archivio News

di Lorenzo Guidantoni

"Ogni futuro è già trascorso, purché l'immediato…."

Con l'affermazione maliziosa di chi, come Carmelo Bene, conosceva bene il Sud, si possono sintetizzare gli ultimi dieci anni delle politiche economiche  e sociali attuate nel Mezzogiorno.

Una ammuina in cui abbiamo perso anni e denari pubblici dietro a progetti abortiti, opere mai realizzate, infiltrazioni mafiose sottostimate, costruzione dell'economia sul welfare, crisi aziendali mal gestite, scarsa attrattività degli investimenti esteri.

Da ultimo è il Ministro Giuseppe Provenzano a rilanciare la panacea per i mali atavici di un terra in costante ritardo sul resto del Paese, con l'ulteriore strappo consumatosi negli anni post crisi che tarda a sanarsi, sia sotto il profilo salariale che occupazionale.

Inserita nell'ultima legge di bilancio, la quota del 34% di investimenti pubblici obbligatoriamente indirizzati al Sud, cerca la sua forma dentro la stretta morsa di un esecutivo in perenne contrasto con sé stesso.

Secondo il Ministro, il motore del Sud può ripartire attraverso gli 1.4 miliardi di euro preposti per il Green new deal (da 4.2 miliardi), con quote che saranno così distribuite anche per le infrastrutture, ad iniziare da i 3 miliardi per l'alta capacità ferroviaria Salerno – Reggio Calabria

Tanti soldi per il Sud e quale novità? Stando a quanto chiarito da Giuseppe Provenzano, in realtà ci troviamo di fronte ad un cambio di passo storico.

Nei piani del Governo esiste infatti una riforma generale del sistema, in cui al rafforzamento dell'indirizzo centrale di spesa dei fondi, si associano i centri di competenza nazionale (Agenzia per la coesione, Invitalia, Investitalia), che affiancheranno regioni ed amministrazioni locali, nei cui rivoli burocratici si sono sprecate già troppe possibilità di rilancio.

Quella pensata da Provenzano è una vera rivoluzione negli equilibri di forza, con nuove professionalità assunte nella PA grazie ai denari che saranno negoziati nell'ambito della spesa per gli investimenti europei.

Una ricetta dal sapore antico, direbbero i cuochi stellati dei programmi tv.

Un piano che richiede anni di messa a punto, finge di non conoscere le trame della burocrazia, dimentica gli interessi locali, crede nella continuità dell'azione politica di un Governo più che mai traballante.

Sicuramente, nelle intenzioni dell'esecutivo e nell'interesse del Paese, c'è la volontà di non lasciare il Sud indietro, né pubblicamente né con i fatti.

Ciò detto, "la questione Sud" si aggancia alle buone intenzioni in un autolesionistico, perenne clima di campagna elettorale.

Dopo le elezioni in Calabria, con la disfatta del grillismo e un Salvini sdoganato, ben disposto ad ascoltare i consigli del pescatore di Bagnara Calabra, il Meridione è da pochi mesi, di nuovo, terreno di conquista elettorale.

Per tutti.