La Rivista
2020
N° 1 - 2 Gennaio - Giugno 2020
L'attualità della cessione del quinto dello stipendio (CQS)
31/Agosto/2018
Politica Economica

La crisi che ha colpito il Paese ha trovato nel calo dei consumi, degli investimenti, con conseguenze pesanti su occupazione e PIL, i fattori maggiormente influenti.
Nella prima parte del 2018 sono stati avvertiti leggeri segnali di ripresa.
In tale congiuntura il credito al consumo, con una dinamica positiva, appare essere fattore rilevante del processo evolutivo.
Al riguardo, una maggior redditività, un più avanzato controllo del rischio, una progressiva trasformazione digitale, sono gli elementi che hanno aperto un fronte di interesse nuovo per il settore creditizio, alimentandone la dinamica e, in parallelo, la domanda del mercato.
In questo contesto, la cessione del quinto dello stipendio assume una particolare rilevanza, sostenendo categorie che, altrimenti, avrebbero scarse possibilità di partecipazione e sarebbero più vulnerabili verso fenomeni insidiosi come l'usura.

Nella delibera firmata dal governatore Ignazio Visco - datata 30 marzo 2018- si legge come "l'attività di controllo" e il confronto con l'aprile 2016 nelle attività di cessione del quinto, abbiano messo in evidenza il permanere di "criticità nel settore e nei comportamenti verso i clienti" che incidono "su livello e struttura di costi" del prodotto.
Seppur la Banca D'Italia giudichi positivamente lo strumento, visto che permette di finanziare soggetti che rischiano di essere esclusi dal mondo del credito, il motivo della delibera è da ricercare nella mole di contenziosi che hanno invaso l'Arbitro Bancario: 22mila nel corso del 2017, il 40% in più in un anno e soprattutto il 70% del totale delle operazioni eseguite.
Nel documento della Banca D'Italia sono tracciate, fra l'altro, le "buone prassi" o linee guida da seguire, per chi opera nel settore.
Molte di queste riguardano una maggiore trasparenza verso il cliente: in termini di privacy, eventuali costi dovuti alle more, e chiarezza per gli schemi tariffari che "incorporano nel tasso annuo nominale (TAN) la gran parte o tutti gli oneri connessi con il finanziamento".
La delibera dell'Istituto Centrale è stata salutata con soddisfazione dalle maggiori società operanti in questo settore.
Esse, come in molti comparti del sistema creditizio e finanziario, chiedono solo regole snelle e perimetri chiari entro i quali operare, per poter avanzare, così, le loro migliori proposte in un campo da gioco uguale per tutti, e nel quale il cliente possa sentirsi sicuro di non andare incontro a spiacevoli sorprese.