La Rivista
2020
N° 1 - 2 Gennaio - Giugno 2020
La Politica ha ritrovato la via della prudenza e del buonsenso?
30/Novembre/2018
Politica Economica

Fra le motivazioni più consistenti della bocciatura al DPB (Documento Programmatico di Bilancio), presentato dall'Italia, c'è la perplessità della Commissione UE sul raggiungimento degli indici di crescita promessi.Dentro questi dubbi si sono insinuati i mercati, facendo aumentare lo spread fino a quota 320 ed è iniziata una dialettica interna alla maggioranza, guidata dal Ministro Savona, sulle perplessità di mantenere una linea dura con l'Europa che, a detta di tutti, non porta da nessuna parte.

Passati i primi giorni di botta e risposta (molto mediatici) fra i leader del Governo Italiano e i vertici di Bruxelless, il Presidente Conte ha tentato una prima mediazione, in una cena con Juncker dalla quale sono uscite fuori proposte – ed ulteriori promesse – davvero difficili da mantenere, almeno nel breve termine.

Il Premier ha garantito lo snellimento della macchina statale, della burocrazia, un piano per le infrastrutture materiali e immateriali a breve termine, oltre ad un ulteriore taglio delle spese, sempre forte, dal canto suo, di entrate per 7,9 miliardi che, visto l'andamento della crescita e l'evasione italiana, rischiano di essere numeri approssimativi

Di fronte a questi scenari, l'Europa non ha mosso un passo verso l'Italia e i parametri contestati, lasciando il rischio di sbattere contro un muro, come una realtà sempre più verificabile, per chi ne abbia voglia di saggiare la consistenza.

Compreso ciò, pur forti di una base elettorale straordinaria, le forze di Governo stanno lentamente ammorbidendo la loro linea. Salvini inizia a parlare di un deficit al 2,2% invece che al 2.4% prospettato, aprendo al compromesso. Dall'altra parte, il M5S, di fronte alle difficoltà di attuare il reddito di cittadinanza, sta prendendo in considerazione una modifica al piano iniziale, anche valutando idee provenienti dalla Confindustria.

Una necessità nata dal presupposto che né l'Europa, né molti economisti, vedono nel reddito di cittadinanza una valida leva per la crescita (sostenuta) alla quale questo Governo vuole ambire.

Ci sono poi da considerare i numeri nudi e crudi messi sul piatto dalla legge di bilancio, per i quali, oltre alle difficoltà di riformare i centri d'impiego, verrebbero assicurati 780 euro, solo per un anno, un milione di persone.

A fronte di tutto ciò, la proposta del Direttore Generale di Confindustria, Marcella Panucci, è quella di spostare il baricentro dai centri per l'impiego verso il mondo produttivo, riconoscendo alle aziende il famoso bonus da 780 euro di euro. Queste ultime assicurerebbero un primo inserimento nel mondo del lavoro, a vantaggio di tutti: del singolo che non resterà inattivo, delle aziende che potranno accrescere le proprie risorse umane, per lo Stato che potrà riformare e snellire i centri per l'impiego con molta più calma.

Questa prospettiva darebbe un senso compiuto ai soldi stanziati, garantendo una sicura e pronta formazione, oltre che una prospettiva di crescita dell'occupazione.

Queste due soluzioni, ben più pragmatiche e di facile attuazione rispetto a quelle portate dal Presidente Conte, potrebbero essere un buon viatico per un sereno rapporto con l'Europa che, come detto dal Governatore della Banca D'Italia, Ignazio Visco, non è la patria dei nemici del popolo.

All'Italia, per attuare i propri piani, senza pagare lo scotto dello spread, serviva una rete di amicizie che non è stata preventivamente creata. Per allestire nuove relazioni e importanti partnership, dare fiducia (oltre che esprimerla) è una conditio sine qua non, nella ricerca di centralità dell'Italia, all'interno del sistema Europa.

 

 

Le opinioni espresse nelle news sono a cura della direzione e non coinvolgono assolutamente i membri del comitato scientifico di Tempo Finanziario.