La Rivista
2020
N° 1 - 2 Gennaio - Giugno 2020
CONSIDERAZIONI MINIME SULLA RELAZIONE DELLA CORTE DEI CONTI EUROPEA AGLI STRESS TEST
23/Luglio/2019
Politica Economica

di Marco Prosperetti

Nel mese di luglio è stata pubblicata la relazione della Corte dei Conti Europea su gli stress test 2018 della EBA, relazione che finora non sembra che abbia richiamato particolare attenzione da parte della stampa specialistica salvo le, invero poche, notizie giornalistiche che ne sottolineano le parti critiche.

Infatti la Corte dei Conti europea (la relazione è pubblicata nel sito istituzionale della Corte) muove critiche all' operato della EBA in tema di stress testsia di merito che di metodo, in sostanza rilevandone, a suo giudizio, la sostanziale inaffidabilità: di questo, infatti si tratta. Basterà per rendersi conto di quanto ora osservato che la EBA avrebbe: sottostimato i rischi sistemici ritenendoli inferiori a quelli della crisi 2008, non tenendo conto del rischio derivante dal possibile (o presumibile?) aumento dei tassi delle banche centrali,  sottostimando la persistenza dei crediti deteriorati, avendo ridotto rispetto al passato il numero di banche preso in considerazione ed inoltre avendo adottato criteri per la scelta delle banche da esaminare che hanno comportato l'esclusione di banche con consistenze patrimoniali insufficienti. Unico pregio della relazione EBA: il miglioramento, rispetto al passato, della trasparenza.

Quelle sopra ricordate in sintesi sono solo un ristretto campione ma che evidenziano che la Corte dei Conti, come subito si vedrà, ha sugli stess testun punto di vista diverso da quello dalla EBA, presupposto che avrebbe forse dovuto essere posto in primo piano se non altro in quanto essa EBA aveva appunto premesso nella sua relazione, pubblicata il 2.11.2018 e pubblicata nel suo sito istituzionale, "resilience of EU banks",  che si era avvalsa della cooperazione della ECB, della ESRB, della Commissione e delle autorità bancarie vigilanti sulle banche esaminate.

Si deve pensare che la cooperazione della European Sistemic Risks Boardavrebbe dovuto evitare lacune ed errori da parte della EBA stante la sua specifica missionessendo lo ESRB "responsible for the macroprudential oversight of the prevention and mitigation of systemic risks": un compito impegnativo che parzialmente è compreso proprio in ciò che EBA ha fatto e che spesso viene definito come vigilanza sulla stabilità del sistema finanziario come insieme.

Non mi è stato possibile appurare in dettaglio a quale livello tale collaborazione si sia svolta e neppure quali ne siano stati i risultati, a parte le indicazioni generali risultanti da atti ufficiali, ma lo Executive Summarydel Reportdello ESRB fa riferimento ad una stretta collaborazione ed alla armonizzazione dei metodi con le istituzioni sopra indicate.

 Mi sembra per ciò che se il responsabile europeo della vigilanza prudenziale mirata alla mitigazione dei rischi avesse rilevato insufficienze nella impostazione della EBA come quella di una eccessivamente ridotta definizione del campione o la mancata considerazione proprio dei rischi sistemici non sarebbe rimasto silente ed il difetto sarebbe stato eliminato.

Così sorprende un po' anche il rilievo della Corte dei Conti europea circa la poca aderenza delle prove alle modalità UE così come il rilievo che gli stress ipotizzati sarebbero troppo modesti rispetto, non si sa, a quelli prevedibili o da altri previsti.

Insomma, secondo la Corte, EBA non saprebbe fare bene il proprio mestiere e chi sa che questa non sia che una delle concause dei ridotti valori di borsa dei titoli bancari.

Occorre però chiedersi quale sia l'attuale obbiettivo concreto dello stress testperché, come noto, è stata eliminata da tempo da EBA la indicazione di una soglia di superamento del testche aveva sicuramente due inconvenienti: quello di imporre implicitamente alle banche il raggiungimento della "sufficienza" e quello di apparire, o forse di essere, un implicito strumento di pressione politica anche, per così dire, in positivo come da più parti è stato detto quando Goldman Sachsattese gli esiti dello stress testprima di pronunciarsi sulla situazione delle banche italiane.

L'abbandono della "graduatoria" ha come conseguenza che il testoltre a dare un quadro complessivo del sistema secondo il campione significativo utilizzato, non richiede più ai singoli istituti la ricerca del superamento della soglia limite ma evidenzia quali siano i punti deboli di sistema e dei singoli istituti considerati; conseguentemente lo stress testnon ha più una significanza conclusiva rispetto alla valutazione di un terzo come può essere considerata EBA. 

Poiché lo stress testsuppone il confronto tra una situazione standardcostruita sulla basa di vari indicatori ed una con prospettive negative si tratta di un confronto tra situazioni rappresentative di opinioni, fra giudizi si potrebbe dire, con il conseguente margine di opinabilità che ne consegue temperato dalla partecipazione delle istituzioni non solo europee che EBA stessa ricorda.

Peraltro è anche indubbio che la nuova modalità di svolgimento e di conclusione dello stress testrichiede la continua revisione del metodo con il modificarsi della situazione fattuale e  via via che esigenze e difetti vengono in evidenza: un esempio potrebbe essere dato dalla mancata considerazione delle banche nazionali che potrebbero avere una incidenza sulla stabilità generale, come si legge nella requisitoria della Corte, e quindi anch'esse oggetto di valutazione ove ve ne fosse necessità ( in proposito, però, va anche rilevato che EBA si è avvalsa della collaborazione delle autorità di controllo nazionali e se vi fossero state situazioni rilevanti per la definizione di un rischio sistemico sarebbero state verosimilmente rilevate).

Ed infatti è in discussione la metodologia per gli stress test2020 (v. il sito istituzionale EBA).

Dunque le banche non debbono più ricercare il superamento del limite ritenuto da EBA necessario per conseguire un giudizio positivo ma sono oggetto di una valutazione che indica i possibili punti deboli evidenziati in base al metodo utilizzato, implicitamente anche migliorando la tutela dei consumatori.

Tutto questo continuerà a fare la felicità delle imprese di consulenza del sistema bancario se è vero che un programma per raggiungere la sufficienza a seguito del test poteva superare i 2oo milioni di dollari per banche di grandi dimensioni.

In conclusione, il punto di vista della Corte dei Conti europea è da valutare per così dire in prospettiva e come invito all'ottimizzazione dei metodi e forse in tal modo potrebbe esserne migliorato anche il contributo che essa dà alle istituzioni.

Infatti la Corte dei Conti europea (la relazione è pubblicata nel sito istituzionale della Corte) muove critiche all' operato della EBA in tema di stress testsia di merito che di metodo, in sostanza rilevandone, a suo giudizio, la sostanziale inaffidabilità: di questo, infatti si tratta. Basterà per rendersi conto di quanto ora osservato che la EBA avrebbe: sottostimato i rischi sistemici ritenendoli inferiori a quelli della crisi 2008, non tenendo conto del rischio derivante dal possibile (o presumibile?) aumento dei tassi delle banche centrali,  sottostimando la persistenza dei crediti deteriorati, avendo ridotto rispetto al passato il numero di banche preso in considerazione ed inoltre avendo adottato criteri per la scelta delle banche da esaminare che hanno comportato l'esclusione di banche con consistenze patrimoniali insufficienti. Unico pregio della relazione EBA: il miglioramento, rispetto al passato, della trasparenza.

Quelle sopra ricordate in sintesi sono solo un ristretto campione ma che evidenziano che la Corte dei Conti, come subito si vedrà, ha sugli stess testun punto di vista diverso da quello dalla EBA, presupposto che avrebbe forse dovuto essere posto in primo piano se non altro in quanto essa EBA aveva appunto premesso nella sua relazione, pubblicata il 2.11.2018 e pubblicata nel suo sito istituzionale, "resilience of EU banks",  che si era avvalsa della cooperazione della ECB, della ESRB, della Commissione e delle autorità bancarie vigilanti sulle banche esaminate.

Si deve pensare che la cooperazione della European Sistemic Risks Boardavrebbe dovuto evitare lacune ed errori da parte della EBA stante la sua specifica missionessendo lo ESRB "responsible for the macroprudential oversight of the prevention and mitigation of systemic risks": un compito impegnativo che parzialmente è compreso proprio in ciò che EBA ha fatto e che spesso viene definito come vigilanza sulla stabilità del sistema finanziario come insieme.

Non mi è stato possibile appurare in dettaglio a quale livello tale collaborazione si sia svolta e neppure quali ne siano stati i risultati, a parte le indicazioni generali risultanti da atti ufficiali, ma lo Executive Summarydel Reportdello ESRB fa riferimento ad una stretta collaborazione ed alla armonizzazione dei metodi con le istituzioni sopra indicate.

 Mi sembra per ciò che se il responsabile europeo della vigilanza prudenziale mirata alla mitigazione dei rischi avesse rilevato insufficienze nella impostazione della EBA come quella di una eccessivamente ridotta definizione del campione o la mancata considerazione proprio dei rischi sistemici non sarebbe rimasto silente ed il difetto sarebbe stato eliminato.

Così sorprende un po' anche il rilievo della Corte dei Conti europea circa la poca aderenza delle prove alle modalità UE così come il rilievo che gli stress ipotizzati sarebbero troppo modesti rispetto, non si sa, a quelli prevedibili o da altri previsti.

Insomma, secondo la Corte, EBA non saprebbe fare bene il proprio mestiere e chi sa che questa non sia che una delle concause dei ridotti valori di borsa dei titoli bancari.

Occorre però chiedersi quale sia l'attuale obbiettivo concreto dello stress testperché, come noto, è stata eliminata da tempo da EBA la indicazione di una soglia di superamento del testche aveva sicuramente due inconvenienti: quello di imporre implicitamente alle banche il raggiungimento della "sufficienza" e quello di apparire, o forse di essere, un implicito strumento di pressione politica anche, per così dire, in positivo come da più parti è stato detto quando Goldman Sachsattese gli esiti dello stress testprima di pronunciarsi sulla situazione delle banche italiane.

L'abbandono della "graduatoria" ha come conseguenza che il testoltre a dare un quadro complessivo del sistema secondo il campione significativo utilizzato, non richiede più ai singoli istituti la ricerca del superamento della soglia limite ma evidenzia quali siano i punti deboli di sistema e dei singoli istituti considerati; conseguentemente lo stress testnon ha più una significanza conclusiva rispetto alla valutazione di un terzo come può essere considerata EBA. 

Poiché lo stress testsuppone il confronto tra una situazione standardcostruita sulla basa di vari indicatori ed una con prospettive negative si tratta di un confronto tra situazioni rappresentative di opinioni, fra giudizi si potrebbe dire, con il conseguente margine di opinabilità che ne consegue temperato dalla partecipazione delle istituzioni non solo europee che EBA stessa ricorda.

Peraltro è anche indubbio che la nuova modalità di svolgimento e di conclusione dello stress testrichiede la continua revisione del metodo con il modificarsi della situazione fattuale e  via via che esigenze e difetti vengono in evidenza: un esempio potrebbe essere dato dalla mancata considerazione delle banche nazionali che potrebbero avere una incidenza sulla stabilità generale, come si legge nella requisitoria della Corte, e quindi anch'esse oggetto di valutazione ove ve ne fosse necessità ( in proposito, però, va anche rilevato che EBA si è avvalsa della collaborazione delle autorità di controllo nazionali e se vi fossero state situazioni rilevanti per la definizione di un rischio sistemico sarebbero state verosimilmente rilevate).

Ed infatti è in discussione la metodologia per gli stress test2020 (v. il sito istituzionale EBA).

Dunque le banche non debbono più ricercare il superamento del limite ritenuto da EBA necessario per conseguire un giudizio positivo ma sono oggetto di una valutazione che indica i possibili punti deboli evidenziati in base al metodo utilizzato, implicitamente anche migliorando la tutela dei consumatori.

Tutto questo continuerà a fare la felicità delle imprese di consulenza del sistema bancario se è vero che un programma per raggiungere la sufficienza a seguito del test poteva superare i 2oo milioni di dollari per banche di grandi dimensioni.

In conclusione, il punto di vista della Corte dei Conti europea è da valutare per così dire in prospettiva e come invito all'ottimizzazione dei metodi e forse in tal modo potrebbe esserne migliorato anche il contributo che essa dà alle istituzioni.