La Rivista
2020
N° 1 - 2 Gennaio - Giugno 2020
Cresce il racket in Italia
05/Agosto/2020
Archivio News

di Lorenzo Guidantoni

Basta fare un giro sui siti dei giornali locali per capire in che modo l'usura stia trovando la sua nuova epoca d'oro nelle debolezze di un tessuto economico sfibrato dal virus, con il Governo ancora incapace di traslare i denari promessi della cassa integrazione o agevolare i finanziamenti alle imprese, invischiate in iter burocratici sfinenti.

Sono passati oltre due mesi dalla fine del lockdown ma lavoratori e aziende attendono ancora, in gran numero, i sussidi promessi.

In questo contesto, da Bari a Napoli, da Palermo a Milano, si registra la crescita dell'usura e il ricatto della malavita in un'economia regolare messa in ginocchio dal coronavirus.

Nella sola città di Bari, durante il periodo del lockdown, le denunce per usura hanno superato quota 100, numero simile nella vicina Monopoli e a Foggia con tendenza al rialzo in tutta la regione Puglia, devastata da anni dalla Sacra Corona Unita, associazione mafiosa della quale si parla sempre poco ma che ormai controlla tutto il territorio in maniera capillare. A Napoli si registrano 26 denunce nell'ultimo mese e mezzo, mentre a lanciare l'allarme per l'Irpinia è stato il Segretario della CIGL, Maurizio Landini.

Se è vero che il Nord presenta dati inferiori alla media del Mezzogiorno, questo si deve in gran parte alla differente modalità con cui il racket si insinua nella vita delle aziende, spolpandole fino al loro fallimento, attraverso il quale la malavita distrugge mercati o costruisce posizioni di dominanza.

Nel 2019 il Fondo nazionale antiracket ha liquidato circa 18 milioni a vittime di usura, mentre i dati dicono che solo nei due mesi di lockdown sono già stati usati cinque milioni per difendere le vittime dello strozzinaggio: 1,9 milioni solo a Napoli.