La Rivista
2020
N° 1 - 2 Gennaio - Giugno 2020
La Bomba demografica (negativa)
18/Febbraio/2019
Attualità economiche sociali

dì Lorenzo Guidantoni

Il concetto di "società liquida" è stato espresso in molte delle opere di Zygmunt Bauman. 

In esse, vengono descritte le caratteristiche del nuovo uomo Occidentale e dei suoi rapporti sociali, plasmati dai modelli del mercato e figli dell'epoca consumista. 

Questo homo novusè un essere che – in risposta alle varie richieste provenienti dalla società in cui vive – deve apparire leggero,laddove lo non lo sia per natura, ed in cui l'intercambiabilità(dei suoi atteggiamenti, del partner, degli amici) e la velocità di spostamento ed adattamento (dal luogo di nascita, alla sede del proprio lavoro) devono essere costanti imprescindibili per evitare l'isolamento sociale e lavorativo. 

In conseguenza di questo nuovo mondo, per colui/colei che deve viaggiare "leggero", la famiglia tradizionale prima e la natalità poi, sono (e saranno) le vittime eccellenti da sacrificare, per un uomo moderno che - già prima di Bauman – M. Kundera definiva "il boia di se stesso".

Sergio Belardinelli, Ordinario di Sociologia dei Processi culturali e comunicativi dell'Università di Bologna, prende spunto dal libro intervista di Marco Valerio ad Antonio Golini, dal titolo "Italiani poca gente", scrivendo un articolo sul problema demografico dell'Italia, apparso sul "Il Foglio", del 12 febbraio u.s. 

L'articolo riporta in modo dettagliato i risultati demografici del nostro Paese, nell'ultimo secolo e mezzo.  

In esso, si portano all'attenzione del lettore quelle che sono le conseguenze cui va incontro una nazione che invecchia in maniera inesorabile, incapace di generare il giusto numero di figli per un un ricambio generazionale che si è inceppato.

Nel 1861, in Italia, si contavano appena 22 milioni di abitanti di cui, più della metà, avevano meno d 25 anni. Oggi, superato il tetto dei 60 milioni di abitanti, abbiamo 10 milioni di over 20 e oltre 17 milioni di over 60.  Il nostro Paese è il primo ad aver operato il sorpasso degli over 65 sugli under 15, ed ha registrato, nel 2015, solo 458 mila nuovi nati, a fronte dei 649 mila morti.

Cicli demografici ed economici sono da sempre collegati. Un minor numero di giovani comporta problemi per l'ammodernamento dei sistemi di lavoro - recepiti con più difficoltà dai lavoratori anziani - per l'insostenibilità del sistema previdenziale, per il quale, nel 2045, avremo un lavoratore ogni pensionato, ma anche problemi dal punto di vista della sicurezza e degli equilibri geo politici : nel 2050, infatti, per ogni europeo, si conteranno 5 abitanti africani.

Golini vede il motivo di tali risultati demografici nella scarsa fiducia verso il futuro, Belardinelli aggiunge la minaccia alla libertà personale rappresentata da un figlio.

I due professori si trovano concordi sul motivo principale di questa tendenza e, cioè, in quello scarso senso "di comunità", che ormai risiede nella maggior parte dei cittadini occidentali, e non porta ad associare la natalità ad un atto d'amore (anche) sociale. 

Lungi dallo sconfessare due Professori, ci limitiamo a ricordare che l'alto tasso di  natalità fino agli anni 60',  in Italia come in Europa , era dato dalla scarsa conoscenza  ed utilizzo dei contraccettivi e dal bisogno stringente di mano d'opera nei campi, associabile in particolar modo al mondo della mezzadria.

Altresì, parlare di natalità intesa come "un grande capitale sociale del quale la società dovrebbe dimostrarsi consapevole"  rimanda pericolosamente al mondo socialista di Mussolini e Stalin, dove fare i figli era un atto innanzitutto politico, e ad un mondo comunque difficilmente riproducibilealtrimenti, un tale linguaggio, rischia diricondurci diritto verso i risultati di quello tecno/economico ed utilitaristico moderno che, appunto, secondo Bauman, sta plasmando il mondo di oggi.

I più pessimisti direbbero che le società giunte all'apice della loro ricchezza, tendono ad autodistruggersi, così come è successo per l'Impero Romano o per gli Inca. 
La scarsa stabilità economica e lavorativa, la digitalizzazione che taglia sempre più i posti di lavoro in favore dell'automazione, il ciclo economico che si allontana dai più alti picchi raggiunti nel recente passato, tutti questi sono indizi che potrebbero portare a trovare altre ragioni del calo demografico.

I più ottimisti, invece, suggerirebbero  un vecchio motto degli hippie, che, probabilmente, sembra essere anche la soluzione più rapida al problema demografico: fate l'amore, non fate la guerra.

In tale auspicio, non bisogna trascurare la necessità che il sistema assicuri un circuito favorevole e rassicurante per la crescita dei nuovi nati (asili nido a basso costo, nursery in azienda, sostegno alle madri: i veri direttori generali dell'impresa - famiglia).

Le opinioni espresse nelle news sono a cura della direzione e non coinvolgono assolutamente i membri del comitato scientifico di Tempo Finanziario.