La Rivista
2020
N° 1 - 2 Gennaio - Giugno 2020
Italia, credi nell'agricoltura!
04/Febbraio/2020
Attualità economiche sociali

dì Lorenzo Guidantoni.

I 100 anni di Confagricoltura, celebrati il 31 gennaio alla Luiss Business School di Roma, sono stati l'occasione per ripercorrere la storia della Confederazione, fare un punto sul presente, lanciare lo sguardo verso il futuro e le sfide che aspettano gli imprenditori agricoli italiani.

All'orizzonte, come ricordato dal Presidente, Massimiliano Giansanti, ci sono tre emergenze da affrontare: l'incognita della Brexit, la guerra dei dazi, il coronavirus.

In questo senso, Confagricoltura fa appello al Governo italiano per tutelare  e difendere le aziende ed il prodotto Italia, il cui andamento  e risultati sono  fortemente connessi alle variazioni dell'export, così come tutta la nostra economia.

Dalle rigide regole imposte dall'Europa all'ingresso di prodotti OGM nel mercato, il lavoro per il Governo non manca, per un mondo più vivo che mai, e ormai lontano parente di quello archiviato nella memoria collettiva del Paese. 

Il ritorno dell'agricoltura al centro degli interessi nazionali è riflesso nei numeri diffusi dalla Coldiretti, appena un anno fa: 56.000 nuove imprese create da under 35, negli ultimi 5 anni, capaci di coniugare tradizione ed innovazione, portando risultati a livello qualitativo  fra i migliori d'Europa. D'altronde, la conformazione del nostro territorio ci spinge a puntare sulla particolarità dei prodotti, più che sulla loro quantità.

Se poi si guarda al mondo dell'agroindustria, le parole di Luigi Scordamaglia, Consigliere delegato Filiera Italia e AD Inalca, riportate sul Affare e Finanza del 20 gennaio u.s., appaiono come un'oasi nel deserto della stagnazione italiana: 45 mila posti di lavoro in arrivo per un settore agroalimentare che fattura 145 miliardi di euro ogni anno, trasformando grazie all'industria nazionale il 75% di quanto prodotto.

Per il complesso mondo dell'agricoltura il futuro sembra passare dall'accordo fra antiche regole: difesa degli interessi nazionali, regolamentazione snella, tecnologia e sviluppo per aumentare il valore aggiunto di una eccellenza nostrana, con origini ben più che secolari.

L'agricoltura è sicuramente un pilastro dell'economia nazionale. Occorre che la classe dirigente, politica e non, ne sia pienamente convinta, ed produca politiche di stimolo e di sostegno dalle quali non stenteranno ad arrivare positivi risultati in tempi brevi.